II lettura di domenica 24 maggio - Lo fece sedere alla sua destra nei cieli
Ascensione del Signore (anno A)
Fratelli, il Dio del Signore nostro Gesù Cristo, il Padre della gloria, vi dia uno spirito di sapienza e di rivelazione per una profonda conoscenza di lui; illumini gli occhi del vostro cuore per farvi comprendere a quale speranza vi ha chiamati, quale tesoro di gloria racchiude la sua eredità fra i santi e qual è la straordinaria grandezza della sua potenza verso di noi, che crediamo, secondo l'efficacia della sua forza e del suo vigore. Egli la manifestò in Cristo, quando lo risuscitò dai morti e lo fece sedere alla sua destra nei cieli, al di sopra di ogni Principato e Potenza, al di sopra di ogni Forza e Dominazione e di ogni nome che viene nominato non solo nel tempo presente ma anche in quello futuro. Tutto infatti egli ha messo sotto i suoi piedi e lo ha dato alla Chiesa come capo su tutte le cose: essa è il corpo di lui, la pienezza di colui che è il perfetto compimento di tutte le cose.
Affinché i seguaci di Gesù possano perseverare nella vita cristiana è necessario che le loro conoscenze e convinzioni si approfondiscano sempre più. Paolo, consapevole di questa necessità – dalla prigionia, “a causa di Cristo”, in Roma – invoca “il Padre della gloria” – cioè colui che possiede la gloria e la comunica – affinché conceda ai credenti il dono “di sapienza e di rivelazione”, dono indispensabile per conseguire “una più profonda conoscenza” di Dio.
L’auspicio è che, illuminata da Dio, l’intelligenza umana possa comprendere la vocazione alla speranza di partecipare alla gloria divina, quale eredità destinata ai cristiani, che Paolo frequentemente chiama “santi”, perché, mediante il Battesimo, sono stati santificati dalla grazia ed aggregati al “popolo santo”.
L’apostolo inoltre auspica che i credenti, illuminati dallo Spirito, possano comprendere che “la grandezza straordinaria” della potenza divina è a loro favore, per aiutarli a vivere la loro vocazione.
La potenza divina si manifestata in Cristo ed in particolare nella sua risurrezione e nella sua ascensione al cielo, ove vive glorioso, seduto alla destra del Padre: una posizione che egli mantiene al di sopra di ogni altra eventuale potenza cosmica o celeste. Paolo utilizzando alcune denominazioni correnti (principato, autorità, potenza dominazione) si astiene dal dire della loro effettiva sussistenza, per affermare che comunque Cristo sta al di sopra qualsiasi altro essere potente che possa esistere, sia nel tempo terreno che nell’eternità celeste (“non solo nel secolo presente, ma anche in quello futuro”).
La signoria regale di Cristo è universale – “tutto sottomesso ai suoi piedi” è risonanza del salmo messianico 110 – e si evidenzia specialmente nell’essere “capo della Chiesa, la quale è il suo corpo” .
La gloria del capo, che governa e dà energia, si diffonde in tutto il corpo.
Cristo continua la sua presenza nel mondo tramite la Chiesa. Essa ha il compito di rendere visibile e permanentemente efficace Cristo e la redenzione.
La Chiesa ha la missione di “realizzare” Cristo in “pienezza”: continuare a renderlo presente – col suo insegnamento e con i sacramenti della redenzione – in tutto il mondo e in tutti i tempi.
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