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Tutelare risparmi e invesimenti

Dopo lo scontro tra i vice-premier e il ministro dell'economia sulle nomine alla Cassa Depositi e Prestiti. 

Nella prima parte dell'"Enrico VI" di Shakespeare i partiti litigano tra loro, si insultano senza costruire niente, con un re troppo debole per svolgere il suo ruolo di garanzia ed il Lord protettore che rimane l'unico garante dello stato viene eliminato dalla scena politica accusato falsamente di corruzione. In questo caos che degenera di giorno in giorno e viene amplificato tra la popolazione dai potenti del tempo, portatori di interessi particolari,  il Duca di York ,capo della fazione della Rosa bianca gruppo politico da poco "inventato" in occasione di un'assurda ed inconsistente disputa su cavilli legali in cui due uomini potenti convincono i loro ingenui e provveduti commensali a schierarsi per l'uno o per l'altro, decide di agire in modo sottile e geniale per impadronirsi del potere e mettere fuori gioco tutti i suoi avversari politici fomentando il malcontento e l'odio ed il risentimento popolare verso le élite di cui lui però fa parte,contro la corruzione che lui pratica al pari di tutti gli altri,contro le ingiustizie ed i privilegi di cui lui è uno dei maggiori beneficiari,contro chi svende l'Inghilterra agli stranieri e nel caso specifico alla Francia dato che al tempo l'Europa non esisteva ancora.

 

Naturalmente il Duca di York non si espone in prima persona ma decide di utilizzare un prestanome, il lanaiolo Jack Cade, che promette riforme coraggiose ed improbabili, garantendo che una volta al potere "in Inghilterra si venderanno per un soldo sette pagnotte da un soldo","il boccale da tre decilitri conterrò un litro intero e sarà reato bere birre piccole" e che "non ci sarà più bisogno del denaro, tutti mangeranno e berranno sul mio conto". Jack Cade è sempre sereno, dice una cosa che contraddice un secondo dopo, tra i suoi più stretti collaboratori assolda un macellaio,un tessitore,un taglialegna e un tamburino e propone di eliminare tutti gli intellettuali incominciando con gli avvocati e inizia la sua crociata facendo impiccare il primo che confessa di saper leggere e scrivere. In questa situazione il paese sprofonda nel disastro economico e sociale più grave ma nel frattempo i poteri forti hanno già raggiunto i propri fini e lo abbandonano ed il povero sprovveduto finisce ammazzato mentre, durante la fuga, tenta di entrare in un orto per rubare dell'insalata.

 

Nel "Riccardo III" il poeta ci propone invece un personaggio cattivo che non ha alcun scrupolo ed arriva a far uccidere tutti i suoi concorrenti, compresi il re suo padre,il figlio e gli innocenti nipotini rimasti orfani ma il dramma è che questo poco di buono non conquista il potere con la forza delle armi ma attraverso una elezione regolare con una campagna a suon di menzogne, di una capillare diffusione di fake-news,di calunnie che distruggono la reputazione degli avversari, di promesse e prebende,di ostentazione di pietà religiosa e di una sistematica esagerazione di presunte minacce alla sicurezza nazionale da parte delle solite potenze "estere".

 

Si tratta solo di due opere di un Shakespeare, frutto della sua bravura, ma drammaticamente attuali oggi dove ogni giorno siamo costretti a leggere e sentire le notizie più assurde senza che suscitino nessuna attività di pacata e attenta analisi per capire bene quale è il messaggio che stiamo ricevendo e chi sta dietro alla veicolazione della notizia generalmente esagerata per fare più presa sulla popolazione e sull'elettorato.

 

La viceministra grillina Laura Castelli, una delle massime autorità di governo del nostro paese, in occasione del suo intervento in Commissione Bilancio è stata accusata dai parlamentari presenti di "Non sapere di cosa stava parlando" in tema di macroeconomia e numeri. Alle domande dei commissari, in particolare a quella che le chiedeva conto del perchè avesse appena dichiarato "che l'evoluzione del quadro macroeconomico ha effetti negativi sulle imposte indirette e positivi su quelle dirette" , l'unica risposta è stata "Approfondiremo, mi riservo di rispondere" ed all'incalzare delle domande l'unica cosa che ha saputo fare la Viceministro è stato infuriarsi e dichiarare "Ah, se l'atteggiamento è questo allora sto zitta".

 

I fragorosi annunci sulla mancata firma del trattato Ceta, che regola il libero scambio tra Unione europea  e Canada,  da parte dell'Italia sono l'ennesimo bluff a beneficio degli elettori italiani dal momento  non c'è un termine entro il quale il documento debba essere approvato da tutte le Camere nazionali dei Paesi Ue e quindi anche se Roma decidesse di continuare a rinviare, per ragioni di opportunità politica e tornaconti personali, la firma il Ceta resterebbe pienamente in vigore  esattamente come oggi. Il paradosso fatto notare da Bruxelles è che su 143 prodotti tutelati ben 40 sono italiani e che la lista può essere allargata in ogni momento, così come previsto dall'accordo, e che quindi se Roma non è soddisfatta può chiedere pacatamente quando vuole ai partners Ue di rilanciare i negoziati con il Canada per l'eventuale inserimento di altri prodotti Dop-Igp italiani.

 

Lo scontro in atto tra i due vice-premier Salvini e Di Maio con il ministro dell'economia Tria sulle nomine alla Cassa Depositi e Prestiti che ha portato ad annullare  il vertice convocato a Palazzo Chigi soltanto un'ora prima dal capo dell'esecutivo rende evidente come il ruolo del presidente Conte sia ostaggio delle manovre di Salvini e Di Maio e non possa fare altro che raccogliere i cocci di una battaglia, senza esclusione di colpi, che si gioca su CDP un nome che a molti potrebbe dire poco ma che nasconde il vero centro di potere economico nel nostro paese con una disponibilità di 250 miliardi di euro di risparmio postale costituito dai libretti dei pensionati e dai conti di tanti risparmiatori e quindi elettori italiani. Il ruolo di chi dovrà gestire la CDP è fondamentale per lo sviluppo del nostro Paese e per la tutela di chi ha deciso di investire la sua sicurezza economica per il futuro presso le Poste italiane, identificate spesso come lo "Stato", e le esperienze degli ultimi tempi non sono state delle migliori partendo dai 650 milioni di euro destinati al fondo Atlante per acquistare i crediti deteriorati delle banche ed andati completamente perduti per arrivare ai capitali investiti in Alitalia e andati anch'essi in fumo ed alla quota del 4,2 % di Telecom pagata circa 800 milioni di euro  e di cui non si sa cosa potrebbe accadere.

 

In questa situazione in cui le notizie false e distorte superano ampiamente la realtà rendendone difficile la percezione e in cui, tra l'altro, il ministro dell'Interno Matteo Salvini dichiara serenamente che per lui gli interessi della lobby delle armi non sono un problema e li paragona a quelli degli agricoltori è necessario un rinnovato impegno politico e sociale da parte dei cittadini per impedire che una nuova èlite ,che è riuscita in qualche modo a raggiungere il potere ,possa manipolare e distorcere la verità e creare una situazione di caos di fatto che potrebbe determinare una gravissima crisi che dovrà poi essere affrontata dal prossimo esecutivo con il sacrificio di tutta la popolazione. L'attuale generale disaffezione per l'impegno politico attivo da parte della base è lo strumento che permette a pochi sprovveduti potenti di governare senza i dovuti controlli ed il necessario confronto e dibattito.

Fonte: Il Cittadino
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