Potenze economiche Usa e Cina: influenzano l'Europa
Anche per quanto riguarda il Pnrr
In occasione del Forum economico di Davos è emersa in modo prepotente la diversità di visione e di indirizzo tra i partners europei e tra le grandi potenze mondiali, ben rappresentata dalle parole della premier slovena Tanja Fajon che, dopo cinque giorni di dibattito, ha dichiarato: "Questa settimana, ascoltando i politici, sono rimasta un pò sorpresa. Ho l'impressione che nessuno abbia idea di dove stiamo andando o di quali possano essere le soluzioni".
La spaccatura tra l'Europa e gli Stati Uniti per la decisione e la strategia del presidente americano Joe Biden che ha detto, in linea con il suo predecessore Donald Trump, "Buy American" e varato l'"Inflation reduction act", il maxi piano di sussidi verdi che potrebbe attirare oltreoceano molte aziende europee arrecando gravi danni all'Europa.
La delegazione cinese presente a Davos, guidata dal vicepremier Liu He, ha tentato di riattivare la politica per attirare gli investitori occidentali dopo il periodo drammatico della pandemia da Covid19 ma la fine della politica "Zero Covid" porta grandissime preoccupazioni ben chiarite dal numero uno di Siemens Joe Kaesar, che ha sottolineato come l'incognita in termini di contagi impedisca una seria programmazione di investimento in Cina.
Le previsioni economiche discusse in occasione del Forum confermano che il 2023 sarà un anno difficile per lo spettro della stagflazione, anche se la direttrice del Fmi Kristalina Georgieva ritiene che la situazione potrebbe essere meno grave di quanto stimato. La presidente della Bce Christine Lagarde ha invece spaventato i mercati e gli investitori assumendo una posizione molto rigida confermando che nei prossimi mesi la Bce deciderà nuovi robusti rialzi dei tassi di interesse supportata dal premier olandese Mark Rutte.
Il tema dell'allentamento delle regole degli aiuti di stato ha ulteriormente confermato la distanza sempre più grande che divide la Germania dagli altri paesi Ue. La Germania ha infatti beneficiato del 50 % degli aiuti di stato autorizzati, la Francia del 25% mentre l'Italia si è fermata ad un modesto 7% ed è quindi interesse primario dell'esecutivo tedesco spingere per migliorare ed ammorbidire la normativa sugli aiuti di stato che colpisce anche la concorrenza degli altri partners meno efficienti che generalmente non riescono ad utilizzare questo strumento per errori e ritardi.
In un contesto mondiale sempre più competitivo ed interconnesso, per competere con le grandi superpotenze sono necessarie risorse europee trasversali a tutte le filiere ed una centralizzazione degli acquisti delle materie prime per fronteggiare le nuove regole del gioco messe in campo dagli Stati Uniti e dalla Cina che a loro volta devono trovare nuove soluzioni per fronteggiare anche le loro debolezze interne, ben rappresentate dalla fragilità tecnologica in America dove per motivi ancora sconosciuti si è verificata una paralisi nel trasporto aereo a causa di un software andato in avaria che ha bloccato mille voli e causato ritardi ad altri ottomila.
Il nostro esecutivo in questo clima di incertezza e contrapposizione è impegnato in una dura discussione con Bruxelles, che dovrà comunque trovare un punto di sintesi entro la fine del mese di marzo, per apportare le modifiche al Pnrr presentato da Giuseppe Conte, come previsto dall'articolo 21 del Regolamento sul Pnrr che prevede che "Se il piano per la ripresa e la resilienza, compresi pertinenti traguardi e obbiettivi, non può essere realizzato in tutto o in parte dallo Stato membro a causa di difficoltà oggettive può presentare alla Commissione una richiesta motivata e proporre un piano per la ripresa e resilienza modificato o un nuovo piano", per tutte quelle opere e riforme che, è ormai diventato chiaro, è impossibile che possano essere portate a termine entro i termini stabiliti nel Piano e strettamente vincolanti e che erano fin dall'inizio incompatibili con una ragionevole possibilità di realizzazione.
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