Ecco l'assegno unico per i figli
Esteso a tutti i nuclei familiari, durerà fino ai 18 anni
Nei giorni scorsi Palazzo Chigi ha chiesto al Parlamento di delegare il Governo ad adottare misure per il sostegno e la valorizzazione della famiglia, tramutando in legge il cosiddetto “Family ACT”.
Tra le misure previste spicca l’introduzione di un assegno unico e universale per i figli, di cui peraltro il Parlamento si sta già occupando con il disegno di legge-delega Del Rio-Lepri.
Il disegno di legge-delega varato dal Consiglio dei ministri nella serata di giovedì 11 giugno su proposta del ministro per le Pari opportunità e la famiglia, Elena Bonetti, e del ministro del Lavoro e delle politiche sociali, Nunzia Catalfo, prevede due misure principali che Palazzo Chigi così descrive:
1) entro dodici mesi dall’entrata in vigore della legge di delega un decreto legislativo istitutivo dell’assegno universale recante il riordino e la semplificazione delle misure di sostegno economico per le figlie e i figli a carico, nonché uno o più decreti legislativi per la istituzione e il riordino delle misure di sostegno all’educazione delle figlie e dei figli;
2) entro ventiquattro mesi dall’entrata in vigore della legge, uno o più decreti legislativi di potenziamento, riordino, armonizzazione e rafforzamento della disciplina inerente i congedi parentali, gli incentivi al lavoro femminile, le misure di sostegno alle famiglie per la formazione delle figlie e dei figli e per il conseguimento dell’autonomia finanziaria.
L’assegno universale per i figli sarà esteso a tutte le famiglie e dovrebbe partire dal settimo mese di gravidanza, fino ai 18 anni e anche oltre nel caso di figli disabili.
Dovrebbe avere una base uguale per tutti e una parte progressiva.
I principi e criteri direttivi della delega, che descrivono anche il perimetro complessivo degli interventi previsti, sono i seguenti:
1) assicurare l’applicazione universale di benefici economici ai nuclei familiari con figlie e figli, secondo criteri di progressività basati sull’applicazione di indicatori della situazione economica equivalente (Isee), tenendo anche conto del numero delle figlie o dei figli a carico;
2) promuovere la parità di genere all’interno dei nuclei familiari, favorendo l’occupazione femminile, in particolare nelle regioni del Mezzogiorno, anche attraverso la predisposizione di modelli di lavoro volti ad armonizzare i tempi familiari di lavoro e incentivare il lavoro del secondo percettore di reddito;
3) affermare il valore sociale di attività educative e di apprendimento, anche non formale, dei figli, attraverso il riconoscimento di agevolazioni fiscali, esenzioni, deduzioni dall’imponibile o detrazioni dall’imposta sul reddito delle spese sostenute dalle famiglie o attraverso la messa a disposizione di un credito o di una somma di denaro vincolata allo scopo;
4) prevedere l’introduzione di misure organizzative, di comunicazione e semplificazione che favoriscano l’accesso delle famiglie ai servizi offerti e l’individuazione degli stessi.
Il Governo sembrerebbe deciso ad accelerare, almeno per quanto riguarda l’assegno unico, coordinandosi con l’iter già avanzato del ddl Del Rio-Lepri e agganciando la misura alla prossima legge di bilancio, così da renderla operativa dall’inizio del prossimo anno.
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