A chi l'esecutivo?
Ora il momento più delicato per Camera e Senato
La fase più delicata inizia ora, con le consultazioni per il nuovo governo, quando verranno al pettine tutti i nodi politici e programmatici. Nell'elezione dei presidenti delle Camere, avvenuta con rapidità e larghezza di consensi rimarchevole, Di Maio e Salvini hanno potuto far pesare sùbito i numeri che hanno ricevuto dagli elettori. M5S e Lega (anche senza il resto del centro-destra) hanno insieme la maggioranza assoluta sia a Montecitorio che a Palazzo Madama. È questo il dato di fondo uscito dalle urne il 4 marzo. Bisogna tuttavia dare atto ai due leader di aver mostrato una padronanza della tattica parlamentare degna di politici di lungo corso. È stato significativo vedere soprattutto i Cinquestelle abbandonare il loro volontario isolamento pre-elettorale e impegnarsi apertamente in una trattativa che li ha portati a votare, per la presidenza del Senato, una personalità di Forza Italia agli antipodi delle loro posizioni. E questo per consentire a Salvini di tenere ancora in piedi quella coalizione di centro-destra di cui è sempre più il dominus e che pure è stata sul punto di esplodere definitivamente. La democrazia rappresentativa è fatta anche di regole e di procedure, di confronto e di negoziato e tutti devono fare i conti con questa complessità.È troppo presto per dire se l'accordo che ha portato all'elezione dei presidenti delle Camere potrà trasformarsi in un accordo di governo. I presupposti ci sono, ma gli ostacoli anche. C'è un problema di leadership che potrà essere aggirato soltanto se sia Di Maio che Salvini faranno un passo indietro a vantaggio di un terzo personaggio condiviso. E soprattutto ci sono problemi programmatici. È vero che entrambi i vincitori delle elezioni possono essere collocati in quel filone “sovranista” che ha molti più punti di contatto, soprattutto a livello internazionale, di quelli che potrebbero apparire a un esame superficiale. È anche vero, però, che mettere insieme in un quadro coerente ed economicamente sostenibile le proposte elettorali per cui la Lega ha raccolto consensi al Nord e il M5S ha fatto il pieno al Sud, è un'impresa ai limiti dell'impossibile. Non a caso circola l'ipotesi di un governo a breve termine, che consenta di approvare alcune proposte-manifesto e una riforma elettorale maggioritaria con cui M5S e Lega conterebbero di assestare il ko finale agli altri partiti e di inaugurare un nuovo bipolarismo. Ma si tratta, appunto, di un'ipotesi. Adesso di tutto questo bisognerà parlare con il presidente della Repubblica, il cui ruolo di garanzia oltre a essere scritto nella Costituzione è stato unanimemente sottolineato da tutte le forze politiche. Il Capo dello Stato ha davanti un compito arduo. Non gli si possono attribuire poteri magici, la concreta composizione del Parlamento è un punto di partenza ineludibile ed è in questo Parlamento che va costruita una maggioranza di governo. Ma si può essere certi che ancora una volta la sua bussola sarà l'interesse generale del Paese.
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