Ponte Morandi: il punto sul piano di demolizione
Se ne è parlato in Comune nel corso di una commissione consiliare
Lunedì 24 giugno: è questa la data fissata per la demolizione con esplosivo delle pile strallate di ponte Morandi; le aziende impegnate nei lavori sperano nella pioggia, perché l'acqua è l'elemento più importante per mitigare il rischio di dispersione di polveri, tra cui l'amianto. E se oltre ai cannoni nebulizzatori ci fosse una precipitazione naturale, si tratterebbe di un fattore positivo. Di questo si è parlato in Comune a Genova durante una commissione consiliare alla quale ha partecipato anche Massimo D'Angelo, consulente dell'Ati demolitori, direttore del centro amianto del Piemonte, e principale perito dell'inchiesta Eternit.
Le aziende hanno proposto un piano di gestione della popolazione che prevede un raggio di interdizione totale di 250 metri per la giornata dell'esplosione, oltre a una zona cuscinetto, del raggio di ulteriori 100 metri, dove le persone potranno restare all'interno delle case, con finestre e porte chiuse. "Si tratta di misure precauzionali - ha spiegato il direttore della struttura commissariale Roberto Tedeschi - le analisi su rischio e onda d'urto ci dicono che gli effetti non supereranno l'area di cantiere".
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