Genova e Liguria
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Il futuro della Liguria passa dalle infrastrutture

Il forum Ambrosetti  ha portato all'attenzione l'urgenza di nuove vie di comunicazione

Il futuro della Liguria  passa dalle infrastrutture

Sette ore: tanto ha impiegato una coppia di Lecco per raggiungere la meta delle vacanze in Liguria.
Per ovviare alle code e ai cantieri a un certo punto ha preferito buttarsi sulla viabilità ordinaria. Un viaggio infinito, che dice due cose: primo, i disagi degli automobilisti, secondo l'enorme bisogno di infrastrutture della nostra regione.
Un tema che apre una riflessione sul futuro della regione: se n’è parlato alla Cervara di S. Margherita Ligure in occasione della quinta edizione del Forum Liguria 2030 organizzato da The European House Ambrosetti.
Dopo un 2019 chiuso con risultati positivi in molte aree del proprio contesto socio economico, ora pesano gli effetti della crisi Covid con una riduzione del Pil regionale. Tuttavia, dice Ambrosetti, la Liguria mostra comunque una maggiore resilienza.

Certo, per i prossimi dieci anni le sfide sono numerose e una, prioritaria e strategica, è proprio quella legata alle infrastrutture: la mappatura delle principali opere – di trasporto e collegamento – parla di circa 17 miliardi di investimenti.

Gli interventi principali, e giudicati non più rinviabili, sono almeno trentadue: sedici riguardano le ferrovie, altri sedici le tratte autostradali.
Nove di questi sono urgenti: la nuova diga foranea, il terzo valico – per il momento fermo, con uno slittamento di fine cantiere al 2024 – il raddoppio ferroviario Genova Ventimiglia, il completamento della linea Pontremolese, la Gronda e l’autoparco di Ponente, il tunnel della Fontanabuona – anche questo un progetto da rivedere – il potenziamento dell’Aeroporto e l’Aurelia bis.

“Stiamo uscendo faticosamente dalla crisi più grave a livello planetario” – ha commentato il governatore ligure Giovanni Toti, che ha ricordato come la pandemia si sia andata ad aggiungere al crollo del ponte Morandi e alla mareggiata di ottobre 2018.
Tuttavia, di fronte a questa tragica tripletta – è andato avanti Toti – “è ora che la Liguria giochi le sue carte in modo appropriato per generare una nuova stagione di crescita e di sviluppo”.

Al Think Tank di S. Margherita Ligure, il funzionario della Commissione Europea Mario Nava ha invitato a lavorare duro per migliorare gli aspetti carenti della Liguria – tra questi una mobilità agile e capace di attrarre i turisti, anziché allontanarli – sfruttando la grande occasione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (con fondi destinati anche alla Liguria).
Il piano italiano, infatti, “prevede nuove sfide di programmazione per i territori, rimettendo al centro le regioni che – in molti ambiti come la sanità e l’istruzione, hanno la responsabilità di creare le migliori condizioni di sviluppo per i cittadini e le imprese che in esse risiedono”.
Maurizio Garreffa

Fonte: Il Cittadino
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