Crollo Ponte Morandi. La Valpolcevera in piazza per chiedere di uscire dall’isolamento
Manifestazione degli sfollati e dei residenti della zona "oltre il Ponte"
Lunedì mattina, ore 7.15 cominciano i preparativi per la manifestazione indetta da Oltre il ponte c'è, un gruppo spontaneo di cittadini e residenti della Valpolcevera per manifestare “non contro qualcuno o qualcosa” ma a favore di Genova. L’appuntamento è previsto alle 9 in piazza San Giorgio. “Il muro si muove” questa è la parola d’ordine del corteo, formato da cittadini che hanno a cuore il destino di Genova intera.
A Caricamento ci sono già molte persone in attesa, sono abitanti, liberi professionisti, imprenditori, studenti e gli abitanti di via Porro, accomunati dal fatto di essere una comunità di sfollati. Sono 70.000 le persone che abitano da Certosa a Pontedecimo, e salgono a 90.000 se si contano anche i Comuni limitrofi.
Gli sfollati non sono solo quelli di via Porro, ai quali va senz’altro la nostra solidarietà, ma in questo territorio troviamo gli sfollati della sanità - malati che potrebbero decidere di non curarsi perché gli ospedali sono diventati irraggiungibili; gli sfollati del lavoro, cioè i lavoratori delle imprese che si trovano nel corridoio sotto il viadotto, e che comprendono circa 1300 aziende e 3000 posti di lavoro a rischio di chiusura o delocalizzazione.
E infine gli sfollati dei servizi, un insieme eterogeneo di persone composto soprattutto da ragazzi delle scuole, costretti a dover fare un lungo giro per raggiungere le scuole dalle loro abitazioni.
Il percorso, come voluto dagli organizzatori della manifestazione, non intende arrecare ulteriori danni alla città, per cui si sfila da Caricamento, attraverso via San Lorenzo per giungere in piazza De Ferrari, sotto le finestre del palazzo della Regione e da qui, raggiungere poi la Prefettura.
Il corteo si svolge in maniera del tutto ordinata, tanto che anche la sorveglianza che scorta il corteo, dice di non aver mai visto persone così educate e composte. Il corteo arriva in piazza e, dopo aver innalzato un muro disegnato su di un telo, si cinge con un nastro bianco e rosso, a simboleggiare la loro condizione di vita.
Viene chiesto un minuto di silenzio per le vittime della tragedia, e immediatamente la piazza si ammutolisce, il parroco di Certosa, don Grosso, viene invitato a prendere il microfono e chiede che le Istituzioni rilascino una comunità che ormai “vive da sequestrata”.
Una delegazione di manifestanti, composta da organizzatori, liberi professionisti, associazioni sportive, imprenditori, commercianti, lavoratori e abitanti di via Porro viene ricevuta dal Presidente della Regione e dal Sindaco, nominato da poco amministratore straordinario per la ricostruzione. Sono precise le domande contenute nel documento letto e consegnato ai due amministratori, e riguardano sanità, lavoro e viabilità. Si chiedono “tempi presumibilmente certi” per la concreta risposta alle istanze. Entrambi gli amministratori danno una sintesi degli interventi già effettuati in questi 50 giorni, e promettono che altri saranno realizzati nei prossimi giorni e mesi.
Purtroppo non possono dare tempi certi, e dalla platea viene ricordato loro che ciò che viene chiesto sono “tempi presumibilmente certi, non tanto precisi nella data ma riguardo alle comunicazioni corrette senza lasciarsi andare a previsioni dettate solo dal desiderio di dare risposte”. In breve, la comunità non può aspettare oltre un ragionevole tempo. Alcuni lasciano la sala perché il ministro Toninelli è al porto e bisogna parlare anche con lui, altre persone si recano in Prefettura per parlare con il Prefetto Vicario e consegnarle lo stesso documento con la preghiera di portarlo a Roma nei prossimi giorni. In Prefettura l’accoglienza è molto positiva, la stessa Prefetto Vicario e un suo collaboratore si dicono molto toccati dalla vicenda e ascoltano con interesse le proposte contenute nel documento, dicendo che faranno tutto ciò che è loro possibile per trasmetterle al Governo e cercare di sostenerle. Fuori dalla Prefettura sono rimaste ancora molte persone che ritornano a De Ferrari dove l’evento viene concluso. Si attende anche di conoscere il risultato del l'audizione al Parlamento della Diocesi, da sempre presente e vicina alla popolazione della Valpolcevera.
I promotori della manifestazione sono soddisfatti sia del risultato della partecipazione, sia per come la stessa si è svolta in modo pacifico e civile.
Sono consapevoli che non finirà tutto oggi, la Valpolcevera ormai si è svegliata e il muro non si fermerà.
Non sei abilitato all'invio del commento.
Effettua il Login per poter inviare un commento