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Lunedì di Pasqua nell'arte

L'incontro con l'angelo e la rivelazione del Risorto alle donne

Lunedì di Pasqua nell'arte

Il giorno successivo alla Pasqua, detto comunemente Pasquetta, è chiamato anche lunedì di Pasqua.

Questa festività che “allunga” quella di Pasqua, prende il nome dal fatto che in questo giorno si ricorda l'incontro dell'Angelo con le donne giunte al sepolcro di Gesù. Il Vangelo racconta che Maria di Magdala, Maria madre di Giacomo e Giuseppe, e Salomè andarono al sepolcro, dove Gesù era stato sepolto, con degli olii aromatici per imbalsamare il corpo di Gesù. Vi trovarono il grande masso che chiudeva l'accesso alla tomba spostato; le tre donne erano smarrite e preoccupate e cercavano di capire cosa fosse successo, quando apparve loro un angelo che disse: "Non abbiate paura, voi! So che cercate Gesù il crocifisso. Non è qui! È risorto come aveva detto; venite a vedere il luogo dove era deposto" (Mc 16,1-7). E aggiunse: "Ora andate ad annunciare questa notizia agli Apostoli", ed esse si precipitarono a raccontare l'accaduto agli altri. Lo stesso racconto viene dalla “voce” di Matteo (28, 8-15) che aggiunge dopo l’incontro con l’Angelo, anche l’incontro con Gesù stesso che dice loro “Salute a voi!”. Ed esse si avvicinarono, gli abbracciarono i piedi e lo adorarono. Allora Gesù disse loro: «Non temete; andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno». Questo ci fa capire come i diversi Evangelisti arricchiscano la vicenda di diversi particolari, così è anche per gli artisti che adeguandosi al racconto evangelico, descrivono questo momento concentrandosi di volta in volta diversi personaggi.

Una particolare interpretazione di questa pagina del Vangelo ci viene data da Beato Angelico nell’affresco eseguito intorno al 1440, per il Convento di San Marco a Firenze e rappresentante “Cristo Risorto o Messaggio dell’Angelo”.

La scena si svolge all'interno di un antro oscuro che accoglie il sepolcro di Gesù, collocato parallelamente all'ingresso: questo è già un luogo di grazia, in cui la regalità del Signore si manifesta in tutta la sua forza vincente.

Nell’affresco compaiono: Gesù Cristo Risorto appare entro una mandorla di luce sfolgorante, che indossa una veste bianca, la stessa che aveva nella Trasfigurazione. Il Salvatore regge il ramo di palma e il vessillo della vittoria, simboli rispettivamente del martirio e della vittoria sulla morte: la luce che lo circonda sembra appartenere alla sfera soprannaturale poiché non illumina il sepolcro.

Un Angelo, vestito di bianco, è seduto su un angolo del sepolcro con la gamba destra appoggiata su una pedana. Egli, con eloquenti gesti delle mani spiega alle donne l'accaduto, mostrando la tomba vuota ed indicando verso l'alto, dove i discepoli potranno rivedere Gesù.

Santa Maria Maddalena, con il volto serio e sgomento, si china a guardare all'interno del sepolcro vuoto, facendosi schermo con la mano destra in un gesto istintivo che può essere letto come incredulità o come estrema commozione, mentre con la sinistra s'appoggia al bordo della tomba, per verificare l'assenza del corpo: Gesù risorto in realtà è alle sue spalle. La donna, quindi sta scrutando un luogo vuoto, che è indizio di un qualcosa di inimmaginabile. La Maddalena, prima ancora di voltarsi e vedere, dall'indizio del sepolcro vuoto, ha iniziato a comprendere. E dopo aver sperimentato la tristezza per la morte del Signore, ora si sente sopraffatta dalla sensazione che qualcosa di inaudito è accaduto. Tiene anche gli occhi chiusi, come per un fremito che la prende rispetto a quello che intuisce: la resurrezione è un fatto che il cuore non riesce quasi a contenere, tant'è vero che al primo incontro, lì nei pressi del sepolcro, la stessa Maddalena esiterà a riconoscere Cristo (Gv 20,11-18). Nel gesto della donna che si protegger con la mano, l'Angelico crea uno scorcio di grande intensità emotiva, quasi a voler sottolineare che: “La novità di Dio è inimmaginabile. [...] perché vicino alla tomba vuota, che rappresenta tutto ciò verso cui noi possiamo andare, c'è l'angelo del Signore, che raddrizza la nostra corsa e ci indirizza verso i luoghi dove il Signore si manifesta» (Francesco Rossi de Gasperis, È risorto non è qui! Lectio sui vangeli della Risurrezione, 2008).

Le Tre pie donne presentate con alcune particolarità iconografiche, frutto di un'attenta interpretazione delle Scritture ed in particolare del brano evangelico di Marco che le enumera, indicandole come prime depositarie dell'annuncio della resurrezione: "Maria di Màgdala, Maria di Giacomo e Salomé" (Marco 16,1), le quali giungono al sepolcro dopo aver comprato "oli aromatici" per terminare l'unzione del corpo di Gesù. Secondo, la gran parte degli studiosi, nel dipinto è presente anche Maria Vergine, riconoscibile dalla stella sulla sua testa, forse in memoria di quella del profeta Balaam. Mentre la figura della Maddalena resta autonoma e fuori dal gruppo; in basso, nell'angolo a sinistra, San Domenico di Guzman inginocchiato, umile e prono, in adorazione e contemplazione del mistero che si svolge dinanzi a lui.

Nella foto: Beato Angelico, Cristo risorto o Messaggio dell'Angelo, Firenze, 1440

Fonte: Il Cittadino
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