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Il culto e la devozione alla Madonna del Carmine

La Chiesa la ricorda il 16 luglio

Il culto e la devozione alla Madonna del Carmine

Il 16 luglio la Chiesa ricorda la Beata Vergine Maria del Monte Carmelo, chiamata anche Madonna del Carmine, dallo spagnolo Virgen del Carmen.
Questa festa fu istituita per commemorare l’apparizione della Vergine a San Simone Stock, priore generale dell’Ordine dei Carmelitani, avvenuta sul monte Carmelo in Palestina il 16 luglio 1251, durante la quale questi avrebbe ricevuto dalla Vergine uno scapolare e la rivelazione di privilegi connessi alla sua devozione.
Il titolo di Madonna del Monte Carmelo, ricco di profondi rimandi biblici, nasce in Palestina insieme all’Ordine dei frati Carmelitani e con il tempo si arricchisce di nuovi significati. Questo titolo mariano richiama anzitutto un luogo, il monte Carmelo, "giardino verdeggiante", nella Galilea occidentale, simbolo di bellezza e splendore.
Nella simbologia della Sacra Scrittura, soprattutto dell'Antico Testamento, il monte rappresenta il luogo privilegiato dell'incontro con Dio, metafora dello stesso Paradiso, come ricorda il salmo: "Chi salirà il monte del Signore, chi starà nel suo luogo santo?” (Salmo 24).

In particolare, il monte Carmelo - il cui nome significa appunto "giardino di Dio" - rappresenta uno dei luoghi più belli della regione, che si sviluppa poco lontano da Nazareth, nell'alta Galilea (e dove, secondo la tradizione, la Sacra Famiglia avrebbe in seguito sostato di ritorno dall'Egitto).
Sul monte Carmelo, secondo il racconto del Primo Libro dei Re, nel IX secolo a.C. si stabilì il profeta Elia, uomo contemplativo e strenuo difensore del monoteismo di Israele. Egli vi fondò una comunità di uomini, difendendo la purezza della fede nell'unico Dio del popolo di Israele, che si stava dimenticando del Signore seguendo i sacerdoti del dio Baal.

Dopo una siccità di tre anni e mezzo, Elia elevò dalla cima del Carmelo una preghiera ed ebbe la visione di una piccola nube "come mano d'uomo" che dal mare si alzava verso il monte, portando la sospirata pioggia e salvando Israele dalla siccità. I Padri della Chiesa, nei loro scritti, hanno interpretato allegoricamente questa immagine come una figura profetica dell'Incarnazione del Verbo nella pienezza dei tempi: la pioggia, segno del perdono di Dio e della sua riconciliazione con il popolo pentito, rappresentava Cristo (Is. 55,10-11) e la piccola nube apparsa sul Carmelo, di conseguenza, era profezia della Vergine Maria che - innalzandosi purissima dal mare dell’umanità peccatrice - ha portato in sé il Verbo della vita e l'ha donato al mondo.
Verso la fine del XII secolo un gruppo di pellegrini latini desiderosi di imitare l'esempio del profeta Elia si riunì in comunità sul monte Carmelo presso la fonte che porta il suo nome, con l’intento di abbracciare la vita eremitica sotto il patrocinio della Vergine Maria.

Gli eremiti costruirono perciò in mezzo alle loro cellette la prima chiesetta della comunità e la dedicarono alla Beata Vergine Maria, mettendosi sotto la sua protezione; è dalla venerazione tributata a Maria in questa chiesetta, dunque, che nacque il titolo di Santa Maria del Monte Carmelo. Sin da subito infatti i frati onorarono la Vergine come loro patrona.
Essi continuarono ad affidarsi a lei anche quando l'invasione araba, dopo il 1230, li costrinse ad abbandonare l'Oriente e a lasciare lo stesso monte Carmelo, facendoli stabilire perlopiù in Europa (il primo convento fu a Messina nel 1238).

Intorno al 1247, in un momento di grande difficoltà per l'Ordine, il frate Simone Stock (che una certa tradizione ritiene un priore generale dell'ordine) avrebbe ricevuto l'apparizione con cui la Vergine istituiva il Sacro Scapolare quale segno della sua materna protezione nei pericoli e garanzia di salvezza eterna: è la prima promessa, il privilegio per cui chi muore rivestito dello scapolare non soffrirà il fuoco eterno.

A questa sarebbe seguita, sempre secondo la tradizione, una seconda promessa, in base alla quale - recitando determinate preghiere e alcuni sacrifici in suo onore - chi porta lo scapolare verrebbe liberato dal Purgatorio il primo sabato dopo la morte: è il cosiddetto privilegio sabatino, da cui deriva anche la comprensione di Maria come protettrice delle anime del Purgatorio.

A Genova la Madonna del Carmelo o Nostra Signora del Carmine trova particolare devozione nella Chiesa di Sant’Anna affidata ai Frati Carmelitani, nella chiesa di Nostra Signora del Carmine e Sant’Agnese e anche in alcune cappelle di altre chiese come la bellissima cappella dedicata alla Madonna del Carmine della chiesa dedicata ai SS. Vittore e Carlo di via Balbi, dove possiamo notare all’interno di una grande nicchia la statua della stessa Madonna del Carmine, opera del 1678 di Filippo Parodi.

Nella foto: Filippo Parodi, Madonna del Carmine, 1678, SS. Vittore e Carlo

Fonte: Il Cittadino
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