Due nuove opere al Museo Diocesano
In occasione della Santa Pasqua arricchiscono il percorso artistico del Museo
Il percorso del Museo Diocesano si arricchisce di altre due nuove opere che andranno a costruire un itinerario con cui ripercorre, tramite le immagini e la qualità artistica, le vicende relative alla Passione di Cristo e alla prossima Pasqua.
Mercoledì 21 marzo, alle ore 16.00, presso la sala Fieschi del Museo Diocesano saranno illustrati due dipinti di proprietà del Seminario Arcivescovile di Genova raffiguranti Gesù che scaccia i mercanti dal tempio di Giovanni Battista Carlone e la Deposizione di Cristo, attribuita ad Anton Maria Piola. Entrambe le opere sono state restaurate a cura del Laboratorio di restauro della Regione Liguria, sotto la direzione di Franco Boggero (Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Genova e le province di Imperia, La Spezia e Savona) e in collaborazione con l’Ufficio Beni Culturali dell’Arcidiocesi di Genova.
Entrambi i dipinti sono stati rintracciati grazie alla campagna di catalogazione dell'Arcidiocesi indetta dalla C.E.I.; quindi grazie al rapporto di stretta collaborazione istituito con il Laboratorio di restauro della Regione Liguria è stato possibile avviare i lavori di recupero. Non conosciamo i particolari riguardo all’arrivo delle due opere al Seminario: nonostante la mancanza di dati storici più certi, è stato possibile attribuire la Cacciata dei mercanti dal tempio alla produzione di Giovanni Battista Carlone, come Franco Boggero ha subito individuato.
La scena riprende il passo evangelico di Luca nel quale Gesù, infuriato, allontana dal tempio tutti coloro che avevano trasformato un luogo di preghiera in uno spazio di compravendita: Carlone arricchisce di particolari la scena, tracciando i personaggi nei differenti stati d'animo di paura e stupore, in un tipico spazio di mercato orientale.
L’opera del Carlone, già sottoposta a precedenti interventi che avevano compromesso irreversibilmente la pellicola pittorica, versava in pessimo stato di conservazione. Un vistoso taglio della tela deturpava il volto di una delle figure centrali e la superficie pittorica risultava fortemente abrasa da una precedente e aggressiva pulitura. Le estese ridipinture celavano anche importanti dettagli figurativi. L’intervento del Laboratorio ha restituito all’opera la piena leggibilità ricostituendo l’integrità dell’immagine.
La Deposizione è attribuibile a un periodo tardo della produzione di Domenico Piola, e sicuramente non completamente a lui: evidente è la collaborazione del figlio Anton Maria, di cui la critica sta cercando di rintracciare i tratti definitivi della produzione.
Il tema della Deposizione è stato più volte affrontato da Domenico in diversi dipinti conservati in chiese di Genova e del Piemonte, tutti recanti una profonda meditazione sul tema teologico della consegna del corpo morto di Cristo alla Madre. Non conosciamo come la tela sia giunta in Seminario: forse una donazione o una possibile eredità, ma certamente il dipinto è stato nel tempo modificato, come hanno si è potuto accertare con i lavori di restauro.
Infatti, da un punto di vista conservativo, l’opera si trovava in migliori condizioni: la fragilità della pellicola pittorica e la depolimerizzazione della tela originale hanno reso necessario l’intervento di foderatura. La successiva fase di pulitura ha riservato un’interessante scoperta: un’estesa ridipintura in alto a destra celava la presenza di due importanti figure perfettamente integre, Nicodemo che regge il vaso degli unguenti e probabilmente Giuseppe d’Arimatea.
Le opere rimarranno in deposito presso il Museo Diocesano per qualche tempo, e quindi saranno nuovamente restituite al Seminario Arcivescovile.
Ingresso libero.
Per informazioni: Tel. 010 2475127 (biglietteria da lunedì a domenica 12.00-18.00 – chiuso il martedì) www.museodiocesanogenova.it, email info@museodiocesanogenova.it
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