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Catechesi nell'arte. San Camillo de Lellis

A Genova gli è intitolata la chiesa dei Padri Camilliani

Catechesi nell'arte. San Camillo de Lellis

Il 14 luglio la Chiesa fa memoria di San Camillo de Lellis. Proponiamo in questo articolo un approfondimento sulle tracce della figura del Santo a Genova.

Il 3 maggio 1667, con l’assenso dell’abate di Santo Stefano e col contributo di Gio. Maria De Franchi, Francesco Granello e Camillo Bo, si dava principio alla costruzione della chiesa denominata di Santa Croce e San Camillo. La chiesa era prospiciente all’ospedale di Pammatone ed era parte di un complesso conventuale fondato dai padri Camilliani, dediti alla cura degli infermi. San Camillo stesso, venendo a Genova nel 1594 e tornandovi innumerevoli volte, pose le basi per la presenza negli ospedali di questa città del suo ordine.

Dall’inizio del ’600 i padri Camilliani si stabilirono nella casa e officiarono nell’oratorio della Crocetta, che sorgeva in luogo dell’attuale edificio. I padri furono attivi al servizio dei malati presso l’ospedale di Pammatone fino al 9 dicembre 1777. Questo ordine subì, come altri, la soppressione napoleonica del 1810 e si ricostituì solo dopo il 1815. Per effetto della nuova soppressione governativa del 1866, la proprietà dell’edificio passò al Municipio, che ne è ad oggi il detentore. La costruzione della chiesa, decisa già agli inizi del secolo XVII, ebbe un impulso decisivo a seguito della peste del 1656 e dall’opera intensa svolta dai padri in quell’occasione. A seguito di quell’evento furono elargite donazioni tali da portare a compimento il progetto. I lavori ebbero termine quattro anni esatti dopo la posa della prima pietra, nel 1671. Nel 1682 fu invece completata l’ornamentazione della facciata. La tradizione storiografica attribuisce il progetto a Carlo Muttone (detto talvolta Mutone).
La tipologia dell’edificio è a croce greca allungata e si può parlare, a buon diritto, d’impianto centrale: infatti l’asse navata abside è appena più sviluppato rispetto al transetto e, in ogni caso, la presenza della cupola è così prevalente da mettere in secondo piano la gerarchia degli altri spazi. La facciata rivela, nella composizione ad ordini sovrapposti e nella figurazione delle volumetrie, una ripetizione del tema sviluppato in ambito tardo-cinquecentesco romano, afferendo all’opera di un Della Porta o di un Maderno. Il campanile, a pianta rettangolare, era adornato da un triplice ordine dorico (oggi impoverito dall’intervento del dopoguerra), costituito da una coppia di lesene binate sul fronte lungo e una coppia di lesene semplici su quello corto. L’interno è dominato dall’alta cupola che sfonda lo spazio coperto da volte a botte.

L'edificio originario venne dedicato alla Sacra Croce e al fondatore dell'ordine, Camillo de Lellis, e faceva parte di una struttura conventuale più ampia. Nel XVIII secolo l'edificio è stato ornato con una serie di affreschi di grande pregio. Nel XIX e XX secolo vi sono state alcune opere di restauro, tra cui la decorazione dell'altare maggiore con due angeli dorati (1816) e lavori sulla facciata (1885). I pittori genovesi Agostino Ratti e Gregorio De Ferrari vennero sepolti nell'edificio. Danneggiata dai bombardamenti della seconda guerra mondiale, come il vicino ospedale e gran parte del centro storico, la chiesa venne poi ristrutturata negli anni cinquanta del XX secolo. Nuovi restauri sono avvenuti agli inizi del XXI secolo, nell'ambito dei lavori legati a Genova 2004 - Capitale europea della cultura. In questi ultimi si è cercato, per quanto possibile, di riportare a vista la versione originale degli affreschi. È tuttora sede dei Padri Camilliani, pur essendo (a partire dal 1866) di proprietà del Comune. La struttura dell'edificio è a croce greca leggermente allungata lungo l'asse navata-abside, ed è dotata di una cupola ottagonale e di una torre campanaria, quest'ultima a base rettangolare.
All'interno dell'edificio sono presenti diversi affreschi ad opera di Gregorio De Ferrari e del figlio Lorenzo, tra cui un ciclo che raffigura il Trionfo della Croce, realizzati nei primi decenni del XVIII secolo. Il ciclo si divide in vari affreschi posizionati nei vari lati ed ambienti della chiesa, dal titolo L'invenzione della Croce (situato nell'abside), Croce portata dagli angeli (nel tamburo), Patriarchi, Profeti, Eroine bibliche (cupola), Vergine, San Giuseppe, il Battista (anch'esso nella cupola) e, sulla sommità della chiesa, il Cristo risorto.

Sono presenti anche affreschi del quadraturista genovese Francesco Costa. Nell'edificio sono conservati anche dei dipinti: I Santi Nicolò da Tolentino, Lucia e Marco, ad opera del già citato Lorenzo De Ferrari, Sant'Elena che adora la Croce, realizzato da Giovanni Battista Baiardo e posizionato sull'altare maggiore, ed Il centurione di Valerio Castello.

Fonte: Il Cittadino
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