Catechesi nell'arte - Il culto di San Lorenzo a Genova
Gli sono intitolate la Cattedrale e alcune parrocchie cittadine
Le notizie sulla vita di San Lorenzo, che pure in passato ha goduto di una devozione popolare notevole, sono scarse. Si sa che era originario della Spagna e più precisamente di Osca, in Aragona, alle falde dei Pirenei. Ancora giovane, fu inviato a Saragozza per completare gli studi umanistici e teologici; fu qui che conobbe il futuro Papa Sisto II. Questi insegnava in quello che era, all'epoca, uno dei più noti centri di studi della città e, tra quei maestri, il futuro Papa era uno dei più conosciuti e apprezzati. Tra maestro e allievo iniziarono quindi un'amicizia e una stima reciproche. In seguito entrambi lasciarono la Spagna per trasferirsi a Roma. Quando il 30 agosto 257 Sisto fu eletto vescovo di Roma, affidò a Lorenzo il compito di arcidiacono, cioè di responsabile delle attività caritative nella diocesi di Roma, di cui beneficiavano 1.500 persone fra poveri e vedove.
I particolari della sua vita prima del martirio derivano dagli Atti. La Leggenda Aurea, infine raccolse le varie fonti, compilando una lunga narrazione sul diacono Lorenzo e sul suo martirio. Secondo la Legenda, Lorenzo era spagnolo, chiamato in Italia dal Papa per diventare diacono a Roma all’epoca dell’imperatore Valeriano. Tra le funzioni del diacono vi era quella di distribuire i beni ai poveri, e Lorenzo diede loro tutte le sostanze della Chiesa quando il prefetto Cornelio Secolare aveva voluto appropriarsene; Lorenzo si presentò dal prefetto accompagnato dai suoi poveri, definendoli il tesoro della Chiesa. Fu arrestato e torturato su una graticola rovente e, secondo la tradizione Lorenzo prima di morire avrebbe detto: “Da questa parte sono arrostito, girami dall’altra parte”.
Lorenzo viene rappresentato come un diacono con la dalmatica, il libro dei salmi ed elemosina; come martire con la graticola e il ramo di palma.
La celebrazione della festa di San Lorenzo veniva in ordine d’importanza subito dopo quella dei Santi Pietro e Paolo, dato che era considerato uno dei principale artefici della vittoria sull’idolatria. Molte chiese vennero dedicate al Santo a Roma, ma la venerazione non fu solo romana dato che dal V secolo in poi in molte città - tra le quali Genova - intitolarono a Lorenzo le basiliche più importanti. La dedicazione della cattedra a Lorenzo è da riferirsi alla volontà di rimarcare la filiazione della Diocesi genovese alla Santa Sede romana e al Pontefice: Gregorio Magno strinse, infatti, stretti legami con Genova nel momento in cui la curia milanese si trasferì da Milano. Tra le notizie che la tradizione conserva, si ha quella che Lorenzo fosse di origine spagnola e che avesse sostato a Genova in un suo viaggio con il Papa Sisto II, mentre si recava a Roma. La Cattedrale di Genova sarebbe così sorta sulla casa dove aveva dimorato: la sua origine e il suo culto furono invece probabilmente introdotte dai vescovi milanesi nel VI secolo, durante la loro permanenza a Genova.
La nostra Cattedrale dedicata al santo martire dà modo al fedele di trovare tracce del racconto della storia di Lorenzo, a partire dal portale maggiore la cui lunetta raffigura il “Martirio di San Lorenzo”, opera del Maestro della Lunetta della Cattedrale (1225). Sotto la grande lunetta con il Cristo Giudice, è disteso il corpo di San Lorenzo, rappresentato sulla graticola.
La storia di San Lorenzo trova inoltre grande spazio nella decorazione dell’abside e del presbiterio della Cattedrale: nel catino absidale è narrata la storia del santo, dopo aver distribuito il patrimonio della Chiesa ai poveri e agli ammalati, Lorenzo indica a Valeriano che il vero tesoro della Chiesa sono i bisognosi. Condannato al martirio, viene posto sulla graticola dall’imperatore Decio. Testimoni del martirio sono i Santi protettori, i Re, i Profeti e i primi Vescovi di Genova, raffigurati negli ottagoni laterali. Gli affreschi furono eseguiti da Lazzaro Tavarone tra il 1622 e il 1624.
In Cattedrale troviamo ancora traccia della storia di Lorenzo nelle ante dipinte dell’organo, realizzate da Andrea Ansaldo nel 1635 e rappresentano “San Lorenzo distribuisce il tesoro ai poveri”, “San Lorenzo ridona la vista a Lucillo”, un pagano cieco al quale Lorenzo impone le mani e riacquista la vista e “San Lorenzo che battezza San Romano” un soldato di Decio che chiede di essere battezzato dopo aver visto le atroci torture che l’imperatore aveva inflitto al Santo.
Durante le celebrazioni del santo viene utilizzata una statua reliquiario di San Lorenzo (1828) che si trova solitamente esposta all’ingresso del Museo del Tesoro.
Nel territorio dell’Arcidiocesi sono state costruite sette parrocchie intitolate a San Lorenzo: a Torbi (dove è conservata una bella pala con il “Martirio di San Lorenzo” attribuita alla Scuola di Bernardo Castello); a Premanico, Chiale (Voltri), Orero di Serra Riccò, Pareto di Valbrevenna, Teriasca di Sori e Vexina di Avegno.
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