Quattro nuovi diaconi, un grande dono per la Chiesa di Genova
Tre in vista del sacerdozio e un diacono permanente
Domenica 16 maggio è stata una giornata di grazia e di gioia per la Chiesa di Genova; il dono di quattro nuovi diaconi è un segnale di speranza e di rinascita per la diocesi e per la città. Il loro sì riempie il cuore di slancio verso il futuro, nella convinzione che scegliere una strada così radicale è ancora possibile, soprattutto in un tempo così difficile come quello attuale segnato dalla fragilità e dalla paura.
Tre i diaconi ordinati in vista del sacerdozio; in ordine di età Stefano Cicciotti, 25 anni; Nicola Ferrandu, 28 anni; Stefano Macchiavelli, 44 anni. Ad essere ordinato invece come diacono permanente è stato Pierfranco Sucato, 54 anni. Età, esperienze di fede e di vita diverse, ma in comune il desiderio di seguire la strada che Dio ha indicato per ciascuno e che hanno scoperto gradualmente nel corso delle loro esperienze e del loro cammino di formazione.
La S. Messa di ordinazione è stata presieduta da Mons. Marco Tasca, concelebrata da Mons. Nicolò Anselmi, Vescovo Ausiliare e da Mons. Marco Doldi, Vicariò Generale e dai tre neo vicari episcopali, Mons. Andrea Parodi, don Gianfranco Calabrese, don Gianni Grondona. Numerosi i sacerdoti uniti nel presbiterio per accogliere gli ordinandi.
L’Arcivescovo nell’omelia si è soffermato sul Vangelo del giorno, tratto dal capitolo 16 dell’evangelista Marco, sottolineando alcuni aspetti in relazione alla chiamata dei nuovi diaconi.
“Marco nel suo Vangelo evidenzia la tendenza a non credere alla resurrezione di Gesù, anche tra i discepoli e coloro che sempre lo avevano seguito. Dobbiamo pensare a questo elemento come a una liberazione sia per i consacrati sia per i laici. Dio, infatti, non sceglie oggi questi nuovi diaconi perché sono bravi (e lo sono!), ma li sceglie Lui secondo un disegno che si manifesta gradualmente; questo significa che non devono dimostrare niente perché non sono stati chiamati per le loro doti, capacità o per la loro formazione. Basta soltanto dire grazie al Signore perché ha chiamato questi ragazzi per quello che sono, con la loro storia fatta di cose buone e altre meno buone, per i loro sogni, ma anche per le loro frustrazioni”
Un altro spunto tratto dal Vangelo sul quale l’Arcivescovo si è soffermato è l’indicazione ‘Il Signore agiva insieme con loro’: anche in questo caso non dipende dalle capacità della singola persona. E’ necessario dare spazio allo Spirito che è in ciascuno dal Battesimo e dalla Cresima e oggi con il diaconato è ancora più presente questa realtà. “Lo Spirito Santo ha unito umano e divino, non siamo stati noi – ha detto l’Arcivescovo nell’omelia -: Gesù si è incarnato per opera dello Spirito Santo, per cui nuovi diaconi, più darete spazio allo Spirito Santo nel vostro servizio, più agirete insieme con il Signore.
Ultima riflessione di Mons. Tasca scaturita dal testo del Vangelo si riferisce all’invito di Gesù: Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura; “E’ un’illusione pensare di poter annunciare il Vangelo da soli; crescete sempre nella consapevolezza che siamo chiamati ad ‘uscire’ e andare insieme come Chiesa, solo così sapremo annunciare il Vangelo, senza correre il rischio di annunciare noi stessi. Cari diaconi, cresca sempre in voi il desiderio di appartenere alla Chiesa e di volerla servire sempre, camminando insieme al suo interno, per questo chiediamo l’intercessione di tutti i santi”.
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