Lettera dell'Arcivescovo alle Religiose
"Voi siete nel cuore della Chiesa e la rendete sempre più bella con i mille riflessi dell’unica luce, Cristo"
Care Sorelle della Vita Consacrata,
desidero scrivere una parola a voi che vivete carismi differenti, ma siete unite nella testimonianza di radicale amore a Dio. Voi siete nel cuore della Chiesa e la rendete sempre più bella con i mille riflessi dell’unica luce, Cristo.
Siate benedette, e possiate crescere nella Chiesa universale e nella nostra Diocesi. Vi ringrazio perché, in modo discreto e quotidiano, fate fluire la linfa invisibile della fede, della contemplazione, e del servizio secondo la fantasia del bene. Se è grande il bene visibile nella Chiesa genovese, molto è per la vostra presenza operosa, consapevoli che i1 primo atto di gloria a Dio e di servizio al mondo e la vostra santificazione.
Nel doloroso travaglio che attanaglia il mondo, la preghiera si fa più intensa, ricondotti alla verità della condizione umana. E’ come se fosse un brutto sogno fatto di paura e smarrimento, di malati e di vittime; ma, in realtà, ci ha risvegliati dal mondo di sogni e di bugie che abbiamo tutti respirato. E’ questa la vera mondanità: pensare secondo il mondo e non secondo Dio. Se tutti speriamo di risvegliarci presto da questo incubo, vogliamo pero essere più ancorati alla realtà della vita Vera, come vediamo nel Vangelo “sine glossa”. Anche se, questo, contraddice il pensare comune e non attira consenso. Il Signore ci chiede di essere non moderni secondo le mode, ma attuali secondo il cuore dell’uomo, che Dio ha creato sulla Sua misura. Per questo molto può cambiare, ma non l’uomo: egli ha sete del divino che in Gesù si é rivelato e donato.
Anche se i contemporanei sembrano essere indifferenti a Cristo, in realtà desiderano vederlo da qualche parte.
Voi, care Sorelle, siete parte di questa terra che Dio ha scelto per farsi visibile il volto del Risorto non si manifesta innanzitutto nelle opere, ma nella vostra santificazione. La consacrazione non é un momento dell’esistenza, ma è la forma del vostro cammino giorno per giorno, fino allo spalancarsi della grande Porta che apre ai pascoli alti.
A noi tutti il compito di tenere desta la memoria di questa prova: non capiti che — come l’antico Israele nel deserto — diventiamo smemorati. Sarebbe un disonore. Per questo, vi invito a perseverare nella preghiera, specialmente nell’adorazione eucaristica, e a contemplate i segni dei tempi di cui parla in Concilio Vaticano II. Alla dura scuola della vita, siamo chiamati ad essere alunni attenti, per poter aiutare la coscienza collettiva a non dimenticare. A quale conversione siamo chiamati, ognuno nel proprio stato di vita? E la domanda che riassume tutte le altre possibili.
Forse ci attende un nuovo inizio, ma dovrà essere secondo il cuore di Dio, non secondo idee personali. Prego per voi, care Sorelle, e confido nella vostra preghiera per me, la mia vita e le mie intenzioni: nelle mie intenzioni ci siete anche voi, sempre! Vi benedico con affetto nel Signore Risorto.
*Arcivescovo di Genova
Non sei abilitato all'invio del commento.
Effettua il Login per poter inviare un commento