II Lettura di domenica 4 aprile 2021 - Cercate le cose di lassù, dove è Cristo; oppure: togliete via il lievito vecchio, per essere pasta nuova.
Santa Pasqua (anno B)
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Colossési
Col 3,1-4
Fratelli, se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove è Cristo, seduto alla destra di Dio; rivolgete il pensiero alle cose di lassù, non a quelle della terra.
Voi infatti siete morti e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio! Quando Cristo, vostra vita, sarà manifestato, allora anche voi apparirete con lui nella gloria.
Paolo non conosce i cristiani di Colosse (o Colossi), antica città, sulle rive del Lico, affluente del Meandro, nella Frigia meridionale. Sembra essere stato Epafra a compiere l’evangelizzazione ed è lui che ha recato notizie sulla comunità all’Apostolo, il quale si trova in prigione, a motivo della “predicazione del mistero di Cristo” (4,3).
Insieme a buone notizie, vi sono pure informazioni preoccupanti, circa la diffusione di una certa filosofia sugli elementi del mondo e le potenze cosmiche ed anche circa esagerate preoccupazioni per pratiche ascetiche e per prescrizioni, che sembrano esprimere sottomissione alle potenze cosmiche.
Paolo scrive, allora, che per i cristiani “la vera realtà è quella di Cristo” (2,17) e che in tale realtà essi sono “radicati”(2,7) mediante il Battesimo: infatti “sepolti con lui nel Battesimo”, cioè morti al peccato, sono “risorti”, entrati nella nuova vita, la vita soprannaturale (2,12), alla quale quindi vanno rapportate le realtà terrene.
Da questa certezza Paolo prende avvio per un’esortazione a vivere con coerenza: la stretta comunione “con Cristo” e con la sua risurrezione deve far sì che i battezzati si orientino verso le realtà soprannaturali, “le cose di lassù”, i valori della vita di unione con Dio, presso il quale sta appunto Cristo risorto. L’espressione “assiso alla destra di Dio” – il posto d’onore, la glorificazione è la stessa del Simbolo Apostolico, formulata secondo il Salmo 110,1, tipicamente messianico.
Paolo invita i cristiani non soltanto a “cercare”, ma anche a “pensare” i valori che hanno validità soprannaturale ed eterna: dunque non soltanto un atteggiamento puramente esteriore, formalistico, ma interiore, il quale sorga dall’intelligenza e dal cuore. La vita cristiana è sostenuta e vitalizzata da convinzioni interiori, cui debbono corrispondere atteggiamenti concreti: “pensare” e “cercare”, ossia fede pensata ed attuata.
Chi nel Battesimo è morto a ciò che ha soltanto validità terrena ed è partecipe della vita soprannaturale del Risorto, non può ripiegarsi verso “le cose della terra”, destinate a perire: sarebbe paradossale infatti, dopo essersi affrancati dalla morte, voler tornare verso di essa.
La nuova identità del battezzato, tuttavia, non è oggetto di esperienza tangibile, non è visibile, ma misteriosa,“nascosta con Cristo in Dio”: sta nell’ambito divino. La vita soprannaturale – già presente, seppure in maniera misteriosa – sarà manifestata nel momento in cui Cristo si rivelerà nuovamente: nella parusia, alla fine del mondo.
I credenti uniti vitalmente a Cristo, mediante il Battesimo, parteciperanno dell’identica sua glorificazione, “manifestati con lui nella gloria”.
“E' meravigliosa e confortante la convinzione di Paolo che la rivelazione dei cristiani rivestiti della gloria del Cristo è l’apice, il punto culminante della speranza cristiana. I fedeli associati col battesimo alla morte di Cristo, diventato loro vita, lo saranno anche alla di lui parusia, quando apparirà glorioso”. (E. Peretto).
Un orizzonte esaltante per il credente.
Non sei abilitato all'invio del commento.
Effettua il Login per poter inviare un commento