L'Arcivescovo a S. Bartolomeo della Certosa: "Il nuovo ponte conferma la fiducia che insieme si può superare questa durissima prova della pandemia"
La preghiera per le 43 vittime del crollo del Morandi e per la fine della pandemia
Domenica 3 maggio il Card. Angelo Bagnasco ha celebrato, a porte chiuse, la S. Messa a San Bartolomeo della Certosa, proprio nei pressi del cantiere del nuovo viadotto sul Polcevera, nella settimana che ha visto inaugurata l’ultima campata del ponte.
Nella 57° Giornata Mondiale per le Vocazioni, l’Arcivescovo, commentando la lettura evangelica del Buon Pastore, ha chiesto anche il dono di nuovi sacerdoti per la Chiesa.
“Cari Amici, oggi sono venuto qui, nella Parrocchia di Certosa vicino al nuovo ponte che va a sostituire il ponte Morandi, tragedia dell’agosto 2018. Com’è noto, la struttura è completata con l’ultimo impalcato, e presto sarà rifinito e percorribile: la Città sarà ricongiunta grazie all’arteria più veloce. La soddisfazione è grande, e l’ammirazione va oltre il nostro Paese. L’opera è guardata come un’opera solida e snella, come un esempio di architettura, di organizzazione, di tempistica e di lavoro”, ha detto l’Arcivescovo nell’omelia. La giusta soddisfazione del lavoro non deve oscurare la memoria che tutti abbiamo vissuto: essa deve rimanere nei nostri cuori e resterà: “Come preghiera per le vittime, come vicinanza ai loro parenti e amici, agli sfollati del quartiere, a quanti hanno perso il lavoro. Le tragedie portano morte, dolore e disagi, ma contengono anche sfide e spinte di rinascita, volontà di rialzarsi”.
La speranza del nuovo ponte deve infondere la fiducia che insieme si può, ha detto il Cardinale, anche in questa durissima prova della pandemia.
Tornando ancora sul cantiere del nuovo viadotto, il Cardinale ha rivolto un ringraziamento particolare ai lavoratori che non si sono mai fermati, e che hanno permesso di rivedere, nel panorama cittadino, l’ossatura del ponte.
In conclusione dell’omelia, il Cardinale ha ricordato l’inizio del mese mariano, e ha pregato affinchè la Vergine “accolga le nostre preghiere, le pene che portiamo per le famiglie, per i bambini e i giovani, per i nostri anziani, per quanti sono afflitti dalla malattia, per coloro che si prendono cura degli altri negli ospedali, nella case di riposo, nelle loro abitazioni, sulle strade, nelle decisioni per il bene comune. Tutti conforti e incoraggi, su tutti vegli come Madre e Regina”.
L’Arcivescovo nella celebrazione ha ricordato le 43 vittime del ponte e i loro familiari afflitti, e ha pregato “con fiducia e insistenza” per la fine della pandemia che ha colpito il mondo.
In conclusione il Card. Bagnasco ha invocato la benedizione sulle famiglie genovesi, sulle persone sole, e sulla città intera, per continuare a guardare al futuro con fiducia e unità.
“Ci guarderemo con uno sguardo nuovo e più benevolo, con una voglia maggiore di camminare insieme nella Chiesa, nella nostra città”. La preghiera di tanti, nelle proprie case, si va così ad unire in un’unica grande preghiera: “Stiamo vicini in una unità spirituale che è forte, reale e potente”.
A questo link il testo integrale dell’omelia dell’Arcivescovo: https://www.chiesadigenova.it/wd-interventi-vesc/il-buon-pastore/.
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