Fraternità di parrocchie, alla Guardia il primo incontro di verifica
Le testimonianze di chi sta vivendo questa esperienza - GUARDA IL VIDEO
Nella Lettera Pastorale consegnata alla Diocesi l'8 giugno scorso, Padre Marco Tasca ha dedicato il terzo capitolo alla "Fraternità di parrocchie".
"Nella nostra diocesi - si legge nella premessa al capitolo - la necessità di provvedere alle comunità cristiane senza parroco residenziale non riguarda più solo le valli o la periferia, ma anche la città. Per questo è cominciata un’attenta riflessione, alimentata dal magistero della Chiesa e dal cammino sinodale che ‒ particolarmente nel II anno ‒ ha posto la fraternità come fondamento della comunità ecclesiale e della missionarietà".
Da questa riflessione è nato in Diocesi il progetto "Fraternità di parrocchie": su che cosa si basa? Il quadro di riferimento è dettato dal Codice di diritto canonico, come spiegato nella Lettera Pastorale. "Il Codice di diritto canonico prevede che, per «la scarsità di sacerdoti o per altre circostanze, può essere affidata al medesimo parroco la cura di più parrocchie vicine» (can 526, §1)48. Inoltre, «nel caso che il Vescovo diocesano, a motivo della scarsità di sacerdoti, abbia giudicato di dover affidare ad un diacono o ad una persona non insignita del carattere sacerdotale o a una comunità di persone una partecipazione nell’esercizio della cura pastorale di una parrocchia, costituisca un sacerdote il quale, con la potestà e le facoltà di parroco, sia il moderatore della cura pastorale»". (can 517, § 2).
Ecco dunque come è composta la "Fraternità di parrocchie": "Il documento della Congregazione per il Clero 'La conversione pastorale della comunità parrocchiale al servizio della missione evangelizzatrice della Chiesa' (2020) prevede che ad un presbitero possa essere affidata la cura pastorale di più comunità assumendo la funzione di “moderatore della cura pastorale”, con la potestà e le funzioni di parroco, così che nessuna comunità sia orfana. Con lui collaborano il “diacono cooperatore” e alcuni consacrati e fedeli laici, come “coordinatori” di un settore della pastorale o “incaricati” per un compito specifico. Il parroco-moderatore, se esiste la possibilità, può essere affiancato da un altro presbitero come aiuto pastorale o vicario parrocchiale. Le comunità che condividono la stessa équipe pastorale prendono il nome di “fraternità di parrocchie”.
Il moderatore della cura pastorale è dunque il presbitero capace di mantenere egualmente la cura di più comunità, avvalendosi dell’aiuto del diacono cooperatore e degli incaricati di servizi.
Nella Diocesi di Genova sono in atto alcune esperienze in diverse zone, con alcuni parroci che svolgono funzione di moderatore di diverse comunità. Per questo, sabato 27 settembre al Santuario della Guardia si è svolto il primo incontro delle "Fraternità di parrocchie", alla presenza dell'Arcivescovo, di don Gianfranco Calabrese e don Gianni Grondona, Vicari episcopali.
Una mattinata di confronto e condivisione anche in gruppi; l'Arcivescovo ha invitato a camminare insieme nella fraternità delle relazioni e nella collaborazione fra sacerdoti e laici.
Su Il Cittadino N. 33 le testimonianze di Don Francesco Laria, Parroco Moderatore San Rocco di Principe e San Giuseppe al Lagaccio, Diacono Massimo Franzi, Diacono Cooperatore N.S. dell’Aiuto in Trasta, S. Anna di Teglia, S. Ambrogio di Fegino, S. Maria Assunta di Rivarolo, Alfredo Ricci, Parrocchie N. S. di Loreto in Oregina; S. Caterina da Genova; S. Tommaso Ap. e S. Leone; N. S. della Provvidenza, Suor Gloria, Parrocchie Ss. Andrea e Ambrogio di Cornigliano e N.S. di Lourdes in Campi.
Qui il video con le testimonianze
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