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Cambiamenti in atto nelle Diocesi - L'esperienza di Spoleto-Norcia

Il Direttorio per le Pievanie "Vino nuovo in otri nuovi"

Cambiamenti in atto nelle Diocesi - L'esperienza di Spoleto-Norcia

Continua il viaggio de Il Cittadino nelle Diocesi italiane che stanno vivendo fasi di trasformazione e cambiamento.

La Diocesi di Spoleto Norcia è retta dal 2009 da Mons. Renato Boccardo.
All’inizio dell’Anno Pastorale, Mons. Boccardo ha predisposto il nuovo Direttorio per le Pievanie “Vino nuovo in otri nuovi”, un testo nato dal lavoro e dalla riflessione, negli anni precedenti, del Consiglio Episcopale, del Consiglio Presbiterale, dell’Assemblea del Clero, e che ha portato alla definizione di 16 nuove parrocchie (che hanno riunito le 71 di cui era formata la Diocesi), denominate appunto “Pievanie”, quale risposta alla necessità di un ringiovanimento e di una ridefinizione di alcune strutture ormai accessorie.
Le Pievanie dunque corrispondono, come scrive Mons. Boccardo, ad un ripensamento profondo del modo in cui la Chiesa è presente sul territorio, in un momento di crisi delle vocazioni e di carenza del clero.
Il Direttorio presenta in modo chiaro ed organico quello che sono le Pievanie, e illustra significativamente quello che “si intende fare”: “Le 71 parrocchie nelle quali è suddiviso il territorio della Diocesi di Spoleto cessano nella loro autonomia pastorale e convergono nelle 16 nuove parrocchie denominate Pievanie”. Per questo si è resa necessaria la ridefinizione di alcuni confini delle parrocchie, “la ricollocazione ministeriale dei sacerdoti e la promozione dei ministeri laicali”, in un’ottica di discontinuità nella consapevolezza che non si può continuare a fare tutto come prima stante i profondi cambiamenti in atto in questa epoca.
Parallelamente a questo piano di revisione delle parrocchie, anche la Curia con i suoi uffici è inserita in un cammino di riorganizzazione, come pure gli Enti Ecclesiastici, di cui si valutano “l’effettiva consistenza, l’attività e l’attualità”.

Un volto nuovo per la Chiesa
La Pievania diventa un soggetto canonicamente costituito con apposito decreto vescovile; la conduzione unitaria è affidata ad una Equipe pastorale e il Pievano ne è il presbitero di riferimento. La Pievania, nell’ottica di una pastorale di insieme, garantisce uno o più centri eucaristici, luogo dell’Eucaristia domenicale, la formazione dei laici, il servizio caritativo, l’amministrazione dei beni.
L’obiettivo, poiché la Pievania si estende territorialmente su una superficie molto ampia, non è quello di frantumare la comunità ma di farla convergere verso alcuni centri, per dare concretezza ad una pastorale d’insieme, per ripensare in maniera corale alle attività che venivano svolte nelle singole parrocchie, e per aumentare la fraternità sacerdotale. La formazione a nuove ministerialità che si renderanno necessarie non deve essere interpretata come supplenza alla crisi delle vocazioni, ma come corresponsabilità dei battezzati alla vita della comunità civile ed ecclesiale.
Il Pievano, di nomina arcivescovile, condivide in maniera “chiara e sincera” il progetto, presiede e coordina l’azione pastorale delle Pievanie, promuove la fraternità sacerdotale e la reciproca collaborazione con i confratelli presbiteri, mantiene il contatto con le ex parrocchie che formano la pievania e ne diventa parroco e legale rappresentante.
I presbiteri di una Pievania, pur non conservando più il titolo formale di parroco, non devono sentirsi sminuiti nella loro dignità ministeriale, e sono chiamati a vere esperienze di fraternità e di incontro in maniera stabile.
Pastoralmente, suggerisce Mons. Boccardo, è bene che uno dei sacerdoti curi in particolare la catechesi, uno curi la formazione e l’evangelizzazione degli adulti, un altro si occupi della carità, anche con l’aiuto e la competenza di un Diacono.
Il “Referente di comunità” sarà quel gruppo di persone che garantiscono a livello locale una presenza pastorale per le attività e per la preghiera.
In ogni Pievania viene costituita una “Équipe pastorale” composta dal Pievano, dai presbiteri, dai diaconi e da un gruppo di laici che ricevono un mandato di quattro anni dall’Arcivescovo (rinnovabile una sola volta).
Questa equipe organizza e segue la vita liturgica e pastorale della Pievania, e cura che in tutte le ex parrocchie ci siano momenti di preghiera e venga garantito un numero adeguato di celebrazioni, predisponendo una riorganizzazione di quanto era in atto.
Il “Progetto pastorale di Pievania”, redatto dalla Equipe, oltre a garantire l’annuncio della Parola, le celebrazioni, la formazione, la carità, considera la condizione sociale della Pievania nel suo insieme, e individua i bisogni, sceglie percorsi possibili e diventa punto di riferimento per tutti. Nel progetto si individuano i luoghi delle celebrazioni liturgiche, il numero e l’orario delle Messe, il mantenimento eventuale di alcuni organismi, sempre nell’ottica di una maggiore unità che sia più idonea per tutti.
Amministrativamente, le ex parrocchie che compongono la pievania restano soggetti giuridici distinti, ma viene costituito un unico Consiglio Economico presieduto dal pievano e composto da rappresentanti delle ex parrocchie con capacità amministrative.
Viene individuato un economo laico che si occupa degli adempimenti amministrativi e che può essere delegato del Pievano su determinate specifiche questioni. Mons. Boccardo completa e conclude il Direttorio con il “Decreto circa la presenza istituzionale e l’azione pastorale sul territorio diocesano”, con la cessazione dell’autonomia pastorale delle 71 parrocchie e la costituzione delle 16 nuove Pievanie.
Parallelamente, il Vescovo di Spoleto-Norcia ha anche promulgato il nuovo Statuto della Curia Arcivescovile, prevedendo quattro aree di azione: Annuncio del Vangelo, Testimonianza della vita cristiana, Area tecnico-amministrativa e Area Servizi generali.
I primi due ambiti sono coordinati da due sacerdoti, mentre l’area amministrativa è affidata ad un laico.

Fonte: Il Cittadino
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