Due doni della Pentecoste: Don Enrico presbitero e Don Thivanka diacono
Ordinati domenica 9 giugno in Cattedrale nella S. Messa presieduta dal Cardinale Arcivescovo
Pentecoste di grazia per la chiesa genovese: la comunità diocesana ha infatti festeggiato domenica 9 giugno in Cattedrale nella celebrazione eucaristica presieduta dal Cardinale Angelo Bagnasco il dono di un nuovo presbitero, Don Enrico Litigio, originario della Parrocchia SS. Annunziata di Pedemonte, e di un nuovo diacono, Don Tivanka Karunaratne, originario dello Sri Lanka.
La S. Messa, animata dalla Cappella musicale della Cattedrale, è stata concelebrata da Mons. Nicolò Anselmi, Vescovo Ausiliare, da Mons. Marco Doldi, Vicario Generale, dai Canonici della Cattedrale e da molti sacerdoti. Inoltre è stata seguita anche in streaming grazie alla diretta realizzata da Il Cittadino sul canale youtube.
“Diventerete sacerdoti – ha detto l’Arcivescovo nell’omelia - non perché l'avete scelto, ma perché avete risposto alla chiamata di Dio: non avete conquistato il sacerdozio, ma vi viene donato dalla Chiesa, per questo tutto è grazia!”.
Per essere all’altezza del dono, nel mondo moderno, confuso e smarrito, occorrerà che il sacerdoti vada con fiducia e con coraggio “a predicare sui tetti che Cristo ha fatto l'uomo maggiore dell'uomo”.
“Sì, voi ce la farete – ha detto ancora il Cardinale - se starete stretti a Cristo, se coltiverete prima di tutto non il fare ma l'intimità con Lui, se scalderete il cuore al fuoco del roveto ardente che è l'Eucaristia, se purificherete le vostre idee e i sentimenti nella luce della Parola che non muta”.
Ricca e intensa la liturgia dell’ordinazione, in particolare il momento della prostrazione sul pavimento degli ordinandi mentre l'assemblea pregava intonando le litanie.
Don Tivanka ha poi vestito la stola e la dalmatica e ha ricevuto il libro dei Vangeli dall'Arcivescovo con le parole 'credi sempre in ciò che proclami, insegna ciò che hai appreso nella fede, vivi ciò che insegni'.
Don Enrico è stato invece rivestito della 'pianeta', segno della carità che dovrà ricoprire tutta la sua vita e permeare tutte le sue azioni di sacerdote.
Successivamente il Cardinale gli ha unto le mani con il sacro crisma, affinché "siano mani di benedizione, sempre pronte ad offrire il sacrificio e aperte ai fratelli nella carità". Infine, la 'consegna' del pane e del vino offerti per la celebrazione dell'Eucaristia accompagnata dalle parole di rito: "Renditi conto di ciò che farai, imita ciò che celebrerai, conforma la tua vita al mistero della Croce di Cristo Signore".
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