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Domenica della Parola di Dio - Ministero del Lettorato a Jacopo Luciani e Andrea Macchiavello

"Intervista doppia" ai due seminaristi

Domenica della Parola di Dio - Ministero del Lettorato a Jacopo Luciani e Andrea Macchiavello

Nella Domenica della Parola di Dio due seminaristi riceveranno il ministero del Lettorato. L’Arcivescovo conferirà il ministero ad Andrea Macchiavello nella S. Messa che verrà celebrata sabato 20 gennaio alle ore 18 nella parrocchia San Martino d’Albaro e a Jacopo Luciani nella S. Messa che verrà celebrata alle ore 11.30 nella parrocchia San Martino di Pegli.

Li abbiamo incontrati.

Nella Domenica della Parola di Dio, istituita nel 2019 da Papa Francesco con la Lettera Apostolica “Aperuit Illis”, riceverai il Ministero del Lettorato. Come ti stai preparando a questa tappa che ti vede in cammino verso il sacerdozio?
Andrea: Vedo il lettorato come un passo che è in preparazione da anni, come un punto che non emerge ora dal nulla ma dentro un percorso che dura dall’ingresso in seminario (e anche prima). Tutto in qualche modo è dentro questa preparazione, e nello specifico penso soprattutto ad alcune occasioni in cui matura e può maturare l’ascolto della parola di Dio: la lectio divina che facciamo settimanalmente in Seminario, la meditazione personale, lo studio e l’approfondimento esegetico in facoltà. Tutto è dentro un unico sguardo, un’unica prospettiva che è quella di saper leggere la vita alla luce di Dio.

Jacopo: Per rispondere a questa domanda sto cercando di fare un po’ di silenzio perché, andando avanti nel cammino, sento forte la necessità della conversione. Ogni volta che si prospetta un cambiamento, un passaggio, lo sento come un appello a convertirmi.

Con l’Istituzione della Domenica della Parola, Papa Francesco ha voluto dedicare particolarmente una domenica dell’anno liturgico alla Parola per rispondere, come egli stesso scrive, “a tante richieste che mi sono giunte da parte del popolo di Dio”. Dice infatti il Papa, e tutti lo sperimentiamo, che nelle chiese locali sono in essere molte iniziative finalizzate a rendere più accessibile la Parola di Dio ai credenti. Anche tu hai vissuto qualcuna di queste esperienze prima di entrare in Seminario?
Andrea: Non nello specifico, ma mi vengono in mente due esperienze significative: la prima è il richiamo sempre profondo del mio parroco a San Martino durante gli anni della mia prima giovinezza, con l’invito – e l’esempio – a “ruminare” la Scrittura, scavandola e meditandola; la seconda è un pellegrinaggio in Terra Santa guidato dai gesuiti durante un’estate, che mi ha permesso di scoprire soprattutto la ricchezza di alcune pagine dell’Antico Testamento e la sua pertinenza alla vita, di come cioè possa parlare davvero in profondità a ciascuno.

Jacopo: Ho vissuto due esperienze prima di entrare in Seminario in particolare grazie a due cari amici sacerdoti, che sono stati i miei padri spirituali prima di quello attuale, che hanno sempre insistito sullo “stare piegati sulla scrittura”, passare del tempo sulla Parola di Dio, farne veramente il motivo di consistenza delle giornate.

Il logo scelto per la Domenica della Parola di Dio è l’icona dei Discepoli di Emmaus, la stessa che rappresenta anche il cammino sinodale della Chiesa italiana per quest’anno. Sono dunque la Parola detta “lungo la via” e i momenti di ascolto e approfondimento ad alimentare il cammino?
Andrea: È molto bello il rimando all’ascolto lungo la via, cioè una Parola che si vive nel cammino, nella concretezza della vita. E non da soli, ma guidati da Cristo, nella compagnia della Chiesa. L’ascolto allora può trasformarsi in fede e permettere di fare scelte, prendere decisioni, compiere dei passi, sostenuti dalla grazia dei sacramenti. Quello che sento sempre più necessario è non smettere mai di “abbeverarsi alla fonte”.

Jacopo: Il cammino prende forma e consistenza a partire dalla Parola di Dio che la Chiesa quotidianamente mi dà. I momenti di ascolto e approfondimento in questi anni di Seminario per me sono finalizzati, più che ad aggiungere, a togliere tutto ciò che si traveste da voce di Dio quando Dio non è, per lasciare che sia solo Cristo a parlare.

Fonte: Il Cittadino
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