Comunità diocesana
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Domenica 21 marzo la "Giornata della Solidarietà" a sostegno dei Centri di Ascolto

Invitati ad essere corresponsabili verso chi si trova nell’indigenza

Domenica 21 marzo la "Giornata della Solidarietà" a sostegno dei Centri di Ascolto

Accompagno volentieri e presento il testo con cui la Caritas Diocesana ci richiama alla celebrazione della Giornata Diocesana della Solidarietà, come da consuetudine, la V Domenica di Quaresima (21 marzo). Siamo invitati ad animare e sostenere la carità che svolgono i Centri d’Ascolto di Vicariato nella logica non della delega, ma della corresponsabilità verso i tanti che oggi – più di ieri – si trovano nell’indigenza e nella povertà. E un sostegno concreto è quello della preghiera affinché il Signore, tramite noi, aiuti e consoli questi nostri fratelli.

Mons. Marco Doldi
Vicario Generale

Una Giornata per educarci alla carità

Domenica 21 Marzo, V di Quaresima, l’Arcidiocesi celebra la Giornata Diocesana della Solidarietà. È l’occasione per condividere alcune riflessioni sul significato di questa particolare Giornata e sui temi che essa ci propone.

La prima considerazione riguarda la sua collocazione, nel cuore del percorso di Quaresima: con la sua ricorrenza in questo tempo forte, la Giornata della Solidarietà ci ricorda che il nostro cammino cristiano di conversione trova concretezza in un rapporto vitale con i poveri: un rapporto che non è fatto di gesti sporadici di buon cuore ma che si fa costante, quotidiano, solidale con gli altri perché ben consolidato in noi; un rapporto da cui la comunità cristiana non può prescindere se vuole specchiarsi nel Vangelo. “La carità - ci ricorda Papa Francesco - non è una sterile prestazione oppure un semplice obolo da devolvere per mettere a tacere la nostra coscienza. (...) La carità è l’abbraccio di Dio nostro Padre ad ogni uomo, in modo particolare agli ultimi e ai sofferenti, i quali occupano nel suo cuore un posto preferenziale. (...) Non si può vivere la carità senza avere relazioni interpersonali con i poveri: vivere con i poveri e per i poveri. (...) Ecco perché vorrei ribadire che la carità non è un’idea o un pio sentimento, ma è l’incontro esperienziale con Cristo; è il voler vivere con il cuore di Dio che non ci chiede di avere verso i poveri un generico amore, affetto, solidarietà, ecc., ma di incontrare in loro Lui stesso (cfr Mt 25,31-46), con lo stile di povertà” (discorso a Caritas Internationalis, 27 maggio 2019).

Per queste ragioni la Giornata della Solidarietà ha sempre avuto un carattere educativo oltre che pratico: prevede, in tutte le parrocchie, una condivisione concreta a favore dei Centri di Ascolto Vicariali ma ci chiede anche di riflettere sul “nostro” rapporto con i poveri e di convertirci. I gesti di carità sono evidentemente necessari ma devono essere espressione di una vita secondo il Vangelo, di un cambiamento interiore che ci coinvolge totalmente. La Giornata della Solidarietà ci ricorda di prenderci cura della povertà facendoci poveri e condividendo. Confrontiamoci su questo, parliamone nelle comunità parrocchiali, nei gruppi, in famiglia e sentiamoci sempre parte attiva della Diocesi ricordando che la carità non è solo una scelta personale ma è una testimonianza comunitaria.

È tempo di scegliere con chi ti identifichi

La seconda considerazione riguarda il titolo scelto per questa Giornata: “Briganti, feriti, indifferenti e samaritani. Con chi ti identifichi?”. È la domanda “diretta, dura” che Papa Francesco pone al centro del secondo capitolo dell’Enciclica Fratelli Tutti e con la quale la Chiesa di Genova vuole confrontarsi: “Dobbiamo riconoscere la tentazione che ci circonda di disinteressarci degli altri - scrive il Papa - specialmente dei più deboli. Diciamolo, siamo cresciuti in tanti aspetti ma siamo analfabeti nell’accompagnare, curare e sostenere i più fragili e deboli delle nostre società sviluppate. Ci siamo abituati a girare lo sguardo, a passare accanto, a ignorare le situazioni finché queste non ci toccano direttamente. (...) Coi suoi gesti il buon samaritano ha mostrato che l’esistenza di ciascuno di noi è legata a quella degli altri: la vita non è tempo che passa, ma tempo di incontro” (FT, 64).

Tra le altre, sono molto belle le ultime parole di questo passaggio: la vita non è un tempo che passa indifferente o troppo velocemente ma è un tempo nel quale cogliere l’esistenza dell’altro e fermarsi, specie se giace su una strada, ferito e ignorato. Tutti gli indicatori, raccolti dall’Osservatorio delle Povertà e delle Risorse della Caritas Diocesana e dalle altre indagini sociali, ci dicono che la pandemia ha colpito economicamente un numero crescente di persone e famiglie che, precedentemente, riuscivano a mantenersi in autonomia e oggi devono chiedere aiuto. Questo è un tempo che, più di altri, non dobbiamo lasciar passare invano: i tanti fronti ancora aperti di crisi ci interrogano su come rispondere, come farci prossimi, con la consapevolezza che desiderare che tutto torni come prima non è abbastanza: serve un futuro migliore.        

Grazie ai samaritani di oggi

Sono tanti, in Diocesi e nella Città, coloro che si prendono cura degli altri, a partire da chi abita ai margini. Uomini e donne “amati dal Signore”, persone di ambienti e percorsi diversi, con ruoli differenti, che interpretano il loro impegno con spirito di servizio e prossimità: volontari, operatori sociali, associazioni, movimenti, enti di terzo settore, amministratori della cosa pubblica, religiose e religiosi, sacerdoti… Non va dimenticata inoltre l’abnegazione di medici e infermieri a confronto con la pandemia, samaritani sulla via della malattia e della solitudine di tanti. Non va taciuto infine l’amore di tante famiglie e persone che, nel nascondimento e spesso nella solitudine, si fanno carico delle fatiche e delle sofferenze di chi hanno accanto, del familiare, dell’amico, del vicino. Con la loro vita, tutti costoro rendono la Giornata della Solidarietà una realtà quotidiana.

Giovani: tutto è in relazione

Infine l’ultima - ma non ultima - considerazione va rivolta ai giovani. Come già lo scorso anno, anche la Giornata 2021 non può prevedere le molteplici esperienze di conoscenza e servizio che, coordinate dalla Pastorale Giovanile e dall’Area Giovani di Caritas Diocesana, li mettevano in contatto con le realtà di carità della Diocesi. Le norme anti Covid non lo consentono. Tra le tante espressioni della nostra società e delle nostre comunità, voi giovani siete tra i più esposti alle conseguenze sociali del virus: la scuola e l’università, le amicizie, lo sport, le attività ricreative e artistiche, quelle parrocchiali e associative, insomma tutto ciò che significa “relazione” ha dovuto subire un distanziamento. Questa dura esperienza non deve tradursi in isolamento né deve mortificare i vostri propositi di bene. Anche per voi, anzi soprattutto per voi, è un tempo da non lasciar passare invano: un tempo per recuperare il valore degli incontri reali quando forse avevamo dato troppa importanza al virtuale, un tempo in cui prepapare il vostro domani all’insegna della solidarietà e della condivisione perché, quale che sia la vostra scelta di vita, ormai sappiamo che il futuro è solo insieme. Vivendo l’oggi ed immaginando il vostro futuro, ponetevi sempre davanti agli occhi questa bella frase di Papa Francesco: “Tutto è in relazione” (Laudato si’). E saremo insieme sulla via di Gesù.

Buona Giornata Diocesana della Solidarietà a tutti.

(In allegato il volantino della giornata)

Allegato: Solidarietà2021.pdf (1,74 MB)
Fonte: Il Cittadino
Domenica 21 marzo la "Giornata della Solidarietà" a sostegno dei Centri di Ascolto
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