Venerdì 4 settembre giornata di preghiera e digiuno per il Libano

Nel corso dell'udienza generale del mercoledì, la prima in presenza di fedeli dopo la sospensione dell'emergenza sanitaria, Papa Francesco ha annunciato per venerdì 4 settembre "una giornata universale di preghiera e digiuno per il Libano", ad un mese dallo scoppio del deposito di nitrato di ammonio stoccato in porto.

In seguito all'esplosione, così forte da essere sentita fino all'isola di Cipro, sono morte circa 200 persone, e oltre 6.500 sono rimaste ferite. Incalcolabile il danno economico causato dai danni.

"Ho l’intenzione di inviare - ha detto Papa Francesco nel corso dell'udienza - un mio rappresentante quel giorno in Libano per accompagnare la popolazione. In tal giorno andrà il Segretario di Stato a nome mio. E lui andrà, per esprimere la mia vicinanza e solidarietà. Offriamo la nostra preghiera per tutto il Libano e per Beirut. Siamo vicini anche con l’impegno concreto della carità, come in altre occasioni simili. Invito anche i fratelli e le sorelle di altre confessioni e tradizioni religiose ad associarsi a questa iniziativa nelle modalità che riterranno più opportune, ma tutti insieme".

Accanto al Papa era presente anche un sacerdote libanese, il maronita Georges Breidy, che ha ringraziato il Pontefice per questa iniziativa di vicinanza e sostegno.

Nel corso della catechesi, inoltre, Francesco ha ribadito che "Il Libano non può essere abbandonato nella sua solitudine", perchè "rappresenta qualcosa di più di uno Stato: il Libano è un messaggio di libertà, è un esempio di pluralismo tanto per l’Oriente quanto per l’Occidente. Per il bene stesso del Paese, ma anche del mondo, non possiamo permettere che questo patrimonio vada disperso".

Infine, dal Papa, un richiamo ai pastori della Chiesa locale, a tutti i sacerdoti, religiosi e religiose perché siano “operatori di concordia” e “di una vera cultura dell’incontro”, rimanendo vicini al loro popolo nell'umiltà e nella povertà.