Pastorale Giovanile Nazionale: un progetto per l'estate 2020
Uno studio per favorire, quando sarà possibile, le attività educative nel tempo estivo
Il Servizio Nazionale di Pastorale Giovanile della CEI ha ideato, per la prossima estate, il progetto “Aperto per ferie. Progetto per l’estate ragazzi in tempo di pandemia”. Un’iniziativa condivisa con le associazioni e le realtà della vita consacrata che siedono al tavolo del Forum Oratori Italiani (Foi) per cercare di affrontare una delle più controverse e complesse questioni dei prossimi mesi, ossia “la gestione di bambini e ragazzi”. Nonostante la pandemia, ci sono alcune urgenti questioni che devono essere affrontate: “affidare i propri figli a qualcuno; avere un occhio di riguardo per gli adolescenti; non rinunciare alle attività educative dell’oratorio a oltranza”. Nel progetto si esamina la situazione dei prossimi mesi, quando sarà più problematico, a motivo della stagione estiva e del rientro al lavoro di molte categorie, tenere i bambini e i ragazzi nelle proprie case.
Così per non lasciare i figli “nell’inedia”, viene spiegato nel progetto, “c’è bisogno di far riprendere la circolazione delle relazioni che aiuti la comunità a ritrovarsi, pur sapendo che non sarà più la stessa e che non sarà possibile (almeno nell’immediato) fare le cose di sempre. La pandemia chiederà modalità nuove che dipenderanno molto dagli spazi che il mondo della sanità e le decisioni politico/amministrative decideranno di concedere oppure no”.
Il progetto, a questo proposito, identifica “nella figura degli adolescenti animatori” i soggetti ideali per realizzare il progetto. “Bambini e i ragazzi, stanchi di essere relegati in casa, hanno bisogno di ricuperare il loro spontaneo istinto alle relazioni e agli incontri. Poterli rimettere in relazione fra loro sosterrà gli stessi adulti nella fatica di riprendere in mano una vita quotidiana non facile”.
Gli oratori, dunque, possono diventare luoghi chiave dove realizzare questa ripartenza. Per iniziare, si dovrà immaginare di organizzare l’esperienza estiva attorno all’idea di piccoli gruppi, con attività gestite via web. Luglio, oppure agosto, i mesi adatti alla riapertura, se le disposizioni governative lo consentiranno: “difficilmente ci sarà l’esodo degli italiani verso le località di mare o montagna”, si legge nel progetto. L’idea, dunque, è quella di un oratorio diffuso in vari ambienti della comunità, utilizzato per fasce orarie, alla presenza di numeri contingentati e seguendo le precauzioni del caso “La Chiesa non chiude, non abbandona i ragazzi a sé stessi”. Anzi “chiede ai suoi preti e alle comunità educanti di rinnovare il proprio impegno di cura e accompagnamento. Soprattutto in questo momento”. “Non sarebbe un buon messaggio quello di concentrare tutta l’attenzione della Chiesa solo sulla liturgia (di cui tutti sentiamo necessità) o sulle attività caritative che incontrano i bisogni dei più poveri (che non passano in secondo piano). La maggior parte dei preti nei territori e nelle parrocchie sa che in questo momento la cura dei ragazzi e adolescenti non può rimanere solo in carico alle famiglie. Per questo sarà importante sostenere una comunicazione forte che inviti le Diocesi ad attivarsi per una estate ragazzi possibile nelle forme che ciascuno riconoscerà come fattibili per sé nel rispetto delle normative governative”. Il progetto, che avrà uno sviluppo attraverso la stesura di strumenti che ne permettano la fattibilità, è stato inviato dalla Segreteria generale della Cei a tutti i Vescovi e al Ministro delle pari opportunità e della famiglia.
Sir
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