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Papa Francesco è in Papua Nuova Guinea

Firmata a Giacarta la "Dichiarazione di Istiqlal" con il Grande Imam Nasaruddin Umar

Papa Francesco è in Papua Nuova Guinea

Da oggi fino al 9 settembre Papa Francesco è in Papua Nuova Guinea per la seconda parte del suo viaggio apostolico.

Atterrato a Port Moresby, il Pontefice è stato accolto dal Vice Primo Ministro e da due bambini in abito tradizionale con in dono dei fiori. Da domani inizieranno gli appuntamenti ufficiali. In particolare, Francesco incontrerà i bambini di Street Ministry, organizzazione che si occupa di minori svantaggiati, e i bimbi di Callan Services, rete che si occupa di persone, adulti e bambini, con disabilità.

Il Pontefice ha lasciato Giacarta, a conclusione della prima tappa del suo viaggio, dopo aver celebrato la S. Messa nel Gelora Bung Karno Main Stadium. «Non stancatevi di sognare e costruire ancora una civiltà della pace! Osate sempre il sogno della fraternità che è un vero tesoro, fra voi! Sulla Parola del Signore vi incoraggio a seminare amore, a percorrere fiduciosi la strada del dialogo, a praticare ancora la vostra bontà e gentilezza col sorriso tipico che vi contraddistingue. Vi hanno detto che voi siete un popolo sorridente? Non perdere il sorriso, per favore, e andare avanti! E siate costruttori di speranza», ha detto Francesco nell'omelia.

Alle nove del mattino (ora locale) della giornata di ieri, l'ultima a Giacarta, il Papa ha incontrato la comunità musulmana nella Moschea di Istiqlal. Qui, davanti al Tunnel che collega la Moschea alla Cattedrale di Nostra Signora dell’Assunzione, simbolo di fraternità tra le religioni, Francesco pronuncia parole di speranza: «Ai tanti segnali di minaccia, ai tempi bui, contrapponiamo il segno della fratellanza che, accogliendo l’altro e rispettandone l’identità, lo sollecita a un cammino comune, fatto in amicizia, e che porta verso la luce». 

In moschea il Papa continua con parole di incoraggiamento a proseguire e intensificare il dialogo interreligioso: «che tutti, tutti insieme, ciascuno coltivando la propria spiritualità e praticando la propria religione, possiamo camminare alla ricerca di Dio e contribuire a costruire società aperte, fondate sul rispetto reciproco e sull’amore vicendevole, capaci di isolare le rigidità, i fondamentalismi e gli estremismi, che sono sempre pericolosi e mai giustificabili».

Il Grande Imam Nasaruddin Umar ha definito la moschea «grande casa per l’umanità», non solo un luogo di culto ma un luogo dove si promuove la tolleranza religiosa.

Il Pontefice e l'Imam hanno firmato la "Dichiarazione comune di Istiqlal 2024", per ribadire il ruolo delle religioni come motori di salvaguardia della dignità di ogni vita umana. Nella dichiarazione è anche stata sottolineata la necessità di preservare la casa comune, dove disastri naturali e il surriscaldamento globale diventano "ostacolo alla convivenza armoniosa dei popoli".

(Foto Vatican Media/SIR)

Fonte: Il Cittadino
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