Papa Francesco e il "caso Osorno"
Dalle lettera ai Vescovi Cileni: " Chiedo perdono a chi ho offeso"
«Fin da ora chiedo perdono a tutti coloro che ho offeso e spero di poterlo fare di persona, nelle prossime settimane, con i rappresentanti delle persone intervistate». Con queste parole Papa Francesco sviluppa il “caso Osorno” riconoscendo di essere caduto “in gravi equivoci di valore e percezione della situazione, specialmente per mancanza di informazioni vere ed equilibrate”: è il passaggio più forte di una lettera inviata ai vescovi del Cile, in data 8 aprile e diffusa mercoledì 11 dalla Sala Stampa vaticana riguardo ai sospetti sull'attuale vescovo di Osorno di aver coperto gli abusi dell'ex sacerdote Fernando Karadima.
Papa Francesco ha scritto la lettera dopo aver letto il report di 2.300 pagine consegnato dal suo inviato in Cile e a New York mons. Charles J. Scicluna, arcivescovo di Malta, che insieme a Jordi Bertomeu Farnós, officiale della Congregazione per la dottrina delle fede hanno ascoltato le testimonianze delle vittime e preparato il rapporto. «Ora, dopo una lenta lettura degli atti di questa ‘missione speciale' - scrive il Papa -, penso di poter affermare che tutte le testimonianze raccolte parlano in modo scarno, senza additivi o edulcoranti, di molte vite crocifisse e confesso che questo mi provoca dolore e vergogna».
E’ in occasione della 115ª assemblea plenaria che papa Francesco chiede ai vescovi riuniti “la vostra collaborazione e assistenza per capire le soluzioni che a breve, medio e lungo termine dovranno essere adottate per ristabilire la comunione ecclesiale in Cile, con l'obiettivo di riparare il più possibile allo scandalo e ristabilire la giustizia”. “Penso a questo incontro come ad un momento fraterno, senza pregiudizi né idee preconcette – in previsione del prossimo incontro - con l'unico obiettivo di far risplendere la verità nelle nostre vite”.
“Non abbiamo fatto tutto ciò che era sufficiente”. Queste le prime dichiarazioni rilasciate alla stampa dal presidente della Conferenza episcopale cilena (Cech), mons. Santiago Silva Retamales, nel rendere nota la lettera di Papa Francesco ai vescovi del Paese sul «caso Osorno». Il presidente della Cech, fa “autocritica” per “non aver saputo far fronte in modo adeguato” dinnanzi “a diversi elementi di abuso sui minori”. E manifesta “tutto l'impegno perché tutto questo non torni a ripetersi”. In relazione al passaggio della lettera nella quale il Santo Padre accenna “a una mancanza di informazioni vere ed equilibrate”, mons. Silva ha manifestato la certezza che la presidenza della Cech ha messo a disposizione del Papa le informazioni che aveva in quel momento.
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