Cei, il 4 marzo il card. Bassetti ha celebrato la messa per le vittime della pandemia
Bassetti: “Non possiamo e non dobbiamo dimenticare i morti"
“Non possiamo e non dobbiamo dimenticare i morti di questa pandemia: uomini, donne, anziani, giovani, sacerdoti e religiosi che sono stati strappati alla vita dalla violenza del virus. Vogliamo pregare per loro, per i loro cari, per quanti stanno ancora soffrendo e per tutti gli operatori sanitari che sono impegnati in prima linea e, con dedizione e professionalità, si prendono cura degli ammalati”.
Lo afferma il card. Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Cei, in vista della Santa Messa per le vittime della pandemia che ha presieduto giovedì 4 marzo nella Cappella Gesù Buon Pastore (sede CEI – Roma) nell’ambito dell’iniziativa promossa dal Consiglio delle Conferenze episcopali d'Europa, Ccee, presieduto dal card. Angelo Bagnasco che aveva affermato: «Noi Vescovi d’Europa siamo tutti uniti accanto alle nostre comunità cristiane, ai nostri sacerdoti, grati a tutti coloro che continuano a dedicarsi alle persone più bisognose, per sostenere con la nostra parola e, soprattutto, con la nostra preghiera il loro impegno affinché possiamo guardare insieme a un futuro migliore».
Per tutto il tempo di Quaresima, infatti, i vescovi dei diversi Paesi europei si stanno alternando nell’organizzazione di una celebrazione eucaristica, così da creare una rete di preghiera in memoria delle oltre 770 mila persone che sono morte a causa del Covid-19 nel Vecchio Continente.
Nell'omelia, il Presidente della Cei ha ribadito che «c’è differenza tra il morire soli o con qualcuno che ti stringe una mano, manifesta un segno di affetto e dice di non aver paura. Preghiamo perché il Signore ci liberi da questo flagello che ci ha colpito e che sembra non avere fine».
Ha inoltre ringraziato «quanti continuano a dedicarsi alle persone più bisognose di cure» e il Cardinale Angelo Bagnasco (presidente CCEE) «per questa iniziativa di preghiera per le vittime della pandemia, che ad oggi sono circa 800.000 in Europa. Si tratta di una “catena eucaristica”, in suffragio di centinaia di migliaia di persone. - prosegue dicendo che - Questo gesto, così significativo, è un segno di comunione e di speranza per l’intero Continente europeo».
Bassetti ha concluso la sua omelia ricordandoci che «viviamo il tempo provvidenziale di Quaresima in questo orizzonte di preghiera e di impegno concreto per chi soffre ed è dimenticato».
Non sei abilitato all'invio del commento.
Effettua il Login per poter inviare un commento