Cambiamenti in atto nelle Diocesi - L'esempio di Modena-Nonantola
I giovani all'attenzione del cammino diocesano
Continuiamo il viaggio fra le Diocesi italiane che stanno vivendo, in questi anni, una fase di cambiamento e di trasformazione.
A Modena-Nonantola dal 3 giugno 2015 è Vescovo Mons. Erio Castellucci, che dal 7 dicembre 2020 è anche Vescovo della Diocesi di Carpi, unita in persona episcopi a Modena. Dal 26 maggio 2021 Mons. Castellucci è anche Vice-Presidente CEI per l’Italia Settentrionale, Consultore della Segreteria Generale del Sinodo dei Vescovi e Presidente del Comitato nazionale del Cammino sinodale.
L’attuale circoscrizione ecclesiastica dell’Arcidiocesi di Modena-Nonantola è compresa nel territorio della Provincia di Modena, nella quale hanno sede anche la Diocesi di Carpi, parte della Diocesi di Reggio Emilia-Guastalla e parte della Diocesi di Bologna. Ecclesiasticamente fa parte della Regione Pastorale dell’Emilia-Romagna ed è la Sede metropolitana della Provincia Ecclesiastica Emiliana.
La Diocesi è divisa in quattro zone pastorali: della Città (Vicariato Cittadino), della Montagna, della Pedemontana e della Bassa.
L’attenzione al mondo giovanile
Durante e dopo la pandemia da Covid-19, il Vescovo Castellucci ha dedicato particolare attenzione e cura pastorale al mondo giovanile, il più colpito nella sfera della socialità dalle restrizioni sanitarie che hanno compromesso gli anni di scuola, nonostante la didattica a distanza, e tutte le relazioni legate per esempio al mondo dell’associazionismo, del volontariato e dello sport.
Nella Lettera alla città “La lampada del corpo è l’occhio. Per una speranza rigenerante” (31 gennaio 2021) Mons. Castellucci, analizzando i drammi della pandemia – lutti, solitudini, difficoltà economiche – pone l’accento in particolare sulle incertezze del mondo giovanile, di fronte ad un futuro pieno di incognite non solo sanitarie.
Per dare riscontro a questa particolare condizione dei più giovani, sollecitato anche dal cammino sinodale che si stava per avviare, il Vescovo di Modena ha voluto dare corpo ad una particolare iniziativa. E’ nata così, nell’ambito di un soggiorno estivo organizzato dalla Pastorale Giovanile, una consultazione dei tanti giovani partecipanti, chiamati a rispondere alla domanda “Che cosa chiedi alla Chiesa?”. L’analisi delle risposte è confluita nel testo “La soluzione migliore. Biglietti pastorali dei giovani”, in cui alle istanze dei giovani il Vescovo ha risposto anche con proposte concrete che hanno coinvolto gli ambiti della Diocesi a più livelli.
I giovani hanno chiesto in particolare di essere accompagnati, di sentire di più fiducia in loro da parte degli adulti, e di trovare sacerdoti disponibili al dialogo e non “affogati nella burocrazia”.
Sono state individuate quattro tracce su cui lavorare in Diocesi.
1. Ascolto e servizio. Dai giovani è emersa in particolare la richiesta di “minore efficientismo e più musica nelle parrocchie”, ossia una minore attenzione al fitto calendario di programmi da rispettare in virtù di un maggiore spazio alla creatività e alle proposte, anche del mondo giovanile.
La proposta diocesana “Credi tu questo”, sviluppata anche a livello digitale, ha permesso di completare e arricchire la formazione degli operatori orientandola su nuovi ambiti; la Pastorale Giovanile, missionaria e vocazionale hanno anche messo in atto, sempre con sviluppo anche digitale, una proposta di occasioni formative e spirituali volte nella direzione del rinnovamento.
2. Liturgia eucaristica e sacramenti. “Ci deve essere qualcosa che non funziona – scrive Mons. Castellucci – se noi adulti non riusciamo a testimoniare ai ragazzi la gioia dell’incontro comunitario con il Signore, nei momenti qualificanti della vita cristiana”. Da qui l’invito a “liturgie sobrie e coinvolgenti, commenti incisivi, partecipazione attiva”. La celebrazione eucaristica come “esperienza che concentra e attiva le dimensioni fondamentali della vita cristiana” è stata anche il centro del percorso formativo dei presbiteri e dei diaconi per quell’anno pastorale.
3. Corpo, affetti, sessualità. Sono le dimensioni cui i giovani, nella consultazione, si sono dichiarati più sensibili, soprattutto se messi in relazione con la fede cristiana. Per questo è nata l’iniziativa “Quando si ama?”, a cura della Pastorale Giovanile e della Pastorale Familiare, rivolta ad adolescenti, genitori ed educatori. Inoltre, un intero fine settimana è stato dedicato all’approfondimento, con i giovani, sugli effettivi insegnamenti della Chiesa su corporeità, affetti e sessualità.
4. Il grido della terra. I giovani oggi sono i più sensibili alle politiche ambientali e agli stili di vita rispettosi del pianeta. Per rispondere a questa istanza anche di formazione è stato individuato, a cura dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose dell’Emilia in collaborazione con la Consulta per la Cultura un cammino di studio che si è aperto anche alla sfera pubblica.
I giovani protagonisti del rinnovamento
Il mondo giovanile, anche quello che non partecipa alla vita delle parrocchie e delle associazioni cattoliche è il protagonista della Lettera alla Città “Ritroveremo la primavera. I giovani protagonisti del rinnovamento” (31 gennaio 2022): NEET, Hikikomori, bulli, depressi, violenti sono i giovani di cui parlano il mondo adulto, i mezzi di informazione, la società.
Giovani su cui – scrive il Vescovo – è più facile dare giudizi e apporre etichette, anziché avviare una riflessione che porti il mondo degli adulti ad un esame di coscienza. “Che mondo stiamo lasciando ai ragazzi di oggi? Quali valori abbiamo custodito per loro? Quale modello di vita adulta stiamo incarnando?”.
Il Vescovo pone dunque alcune “questioni scomode” che nascono dal cuore, e che implicano uno “sguardo nuovo degli adulti sui giovani”:
1. perché il bullismo?
2. perché il bombardamento della pornografia?
3. perché il teppismo adolescenziale?
4. perché la mancanza di prospettive?
Sono alcune sollecitazioni che devono interrogare il mondo adulto, complice di queste situazioni problematiche e chiamato ora a proporre “una vita bella, armoniosa, progettuale”.
Occorre “uno sguardo nuovo degli adulti sui giovani”, che sappia scrutare il bene e che sappia porsi nella logica dell’ascolto reciproco: “I giovani sono disposti ad ascoltare gli adulti, anche i più anziani, se li vedono realizzati come adulti”.
Da qui l’appello alla comunità ecclesiale ad ascoltare le domande di autenticità dei giovani, rinforzandoli in quelle che sono le loro sensibilità più spiccate, dalla cura per il Creato fino alla lotta ai privilegi e al rispetto delle persone svantaggiate.
A suggellare questa particolare istanza, Mons. Castellucci a conclusione della sua lettera ha invitato la Diocesi, la città, le istituzioni e gli enti locali ad una “cattedra dei giovani”, un momento di incontro in cui i giovani potessero “parlare agli adulti esprimendo liberamente ciò che hanno nel cuore”.
Il Vescovo Castellucci dalla sua nomina ha indirizzato alla città diverse lettere pastorali su temi fondativi della vita diocesana, sia per semplificare l’assetto territoriale delle parrocchie, sia per snellire alcune strutture pastorali ridimensionando alcuni progetti esistenti. Di queste lettere tratteremo nella seconda parte di questa panoramica sulla Diocesi di Modena su Il Cittadino della prossima settimana.
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