Assemblea Cei: crisi delle vocazioni, povertà evangelica, riorganizzazione delle Diocesi
Papa Francesco ha aperto i lavori della 71a Assemblea Generale
Tre le priorità sottolineate da Papa Francesco, durante il discorso di apertura della 71ma Assemblea generale della Cei, in corso in Vaticano fino al 24 maggio sul tema: “Quale presenza ecclesiale nell’attuale contesto comunicativo?”. Si tratta di: crisi delle vocazioni, da superare con un sistema di “fidei donum”; povertà evangelica e trasparenza; riduzione delle diocesi.
“Sentiamo nostra la sua preoccupazione per la crisi delle vocazioni - ha risposto il Card. Bassetti, Presidente della CEI, nel merito della segnalazione suscitata dal Papa, ieri, - e vedremo come concretizzare il suo suggerimento a una più concreta e generosa condivisione ‘fidei donum' tra le nostre diocesi”. “La riconoscenza che ha espresso per ‘il molto che nella Cei si è fatto negli ultimi anni sulla via della povertà e della trasparenza' - ha aggiunto - ci stimola tutti a una gestione dei beni e a una testimonianza che siano davvero esemplari. Allo stesso tempo, non intendiamo nemmeno sottrarci alla terza questione, sollevata dal Papa, relativa alla riduzione delle diocesi italiane”.
“La fiducia che tanto voi quanto il Santo Padre avete voluto esprimermi – ha proseguito il Card. Bassetti, nel merito del bilancio del primo anno da presidente della Cei - mi ha portato in questi mesi a uscire sempre più frequentemente dalla ‘mia' Perugia, per un ministero dell'ascolto e dell'incontro, della consolazione e dell'incoraggiamento. Ho cercato di prendere sul serio il mandato che mi avete affidato, senza altra ambizione che non sia quella di servire la Chiesa. La frequentazione sistematica della segreteria generale della Cei, il tempo speso per la conoscenza diretta di responsabili e dipendenti, la condivisione di problemi e le attese di cambiamento che dal territorio si riversano sul centro, mi hanno reso ancora più consapevole della necessità di un impegno puntuale e condiviso”.
Nel merito del tema principale dell'Assemblea generale, “Quale presenza ecclesiale nell'attuale contesto comunicativo”, il Card. Bassetti ha citato, in particolare, gli Orientamenti pastorali della Chiesa italiana, in cui si legge che «l'impegno educativo sul versante della nuova cultura mediatica dovrà costituire negli anni a venire un ambito privilegiato per la missione della Chiesa». «Mettere a fuoco una lettura dello scenario della comunicazione in funzione della nostra presenza e del nostro impegno missionario ed educativo», lo scopo dell'assemblea, che verrà approfondito nei lavori di gruppo. “Visitando diverse delle vostre diocesi - l'analisi di Bassetti - constato come l'intuizione del Santo Padre si stia rivelando un'opportunità, che vede le nostre Chiese impegnate in un importante lavoro di ascolto delle nuove generazioni e, allo stesso tempo, di dialogo con le istituzioni locali. Anche il Sinodo non fa che confermare l'importanza dell'impegno educativo”. Nel concreto, ha sintetizzato il Card. Bassetti, “significa mettere l'accento, innanzitutto, sulla responsabilità di noi adulti nel testimoniare ai giovani ragioni di vita, coinvolgendoli nell'esperienza cristiana; quindi, sulla centralità dei legami e degli affetti, a cui dà un contributo essenziale l'appartenenza ecclesiale; infine, sulla consapevolezza che la maturità, verso la quale le nuove generazioni sono incamminate, cresce in misura proporzionale alla loro disponibilità a restituire, a prendersi cura, a donare qualcosa di sé agli altri”.
Ampliando lo sguardo al Mediterraneo, “davanti agli occhi - e soprattutto nel cuore - abbiamo le tante situazioni di estrema instabilità politica e di forte criticità dal punto di vista umanitario. Dalla Libia alla Siria, dall'Iraq a Israele - solo per sintetizzare - il Mediterraneo è teatro di conflitti e tragedie, di scelte disperate e di minacce dalle conseguenze incalcolabili». Un quadro drammatico quanto realistico. “Quando tutto precipita nel fanatismo e nel fondamentalismo tornano decisive parole e segni che non alimentino l'odio e la violenza, ma la riconciliazione e il dialogo”, ha sottolineato il Presidente della Cei interpretando la posizione privilegiata che la Chiesa italiana intende riservare al Mediterraneo.
Perseguendo la volontà di muoversi sulla strada della conciliazione “Ho maturato la convinzione circa la bontà e l'urgenza di dar vita a un Incontro di riflessione e spiritualità per la pace nel Mediterraneo – ha proseguito Bassetti - in fondo, si tratta di un ritorno a casa”. “Non dimentichiamo, infatti, che l'area del Mare nostrum è quella che ha visto il nascere e il diffondersi dell'esperienza cristiana con la presenza della Chiesa fin dalle origini. È una Chiesa dalla forte spiritualità martiriale, che - in chiave ecumenica e di dialogo interreligioso - può offrire un contributo importante, in pensieri e azioni, a una cultura della pace”. Dinnanzi alla proposta di creare “un’occasione di incontro fra i Vescovi del Mediterraneo sono convinto che - in forza della comunione ecclesiale e della nostra capacità di inculturazione - si aiuti a maturare quello sguardo incrociato e complessivo che spesso è assente nell'operato delle singole nazioni o all'interno delle organizzazioni internazionali” ha commentato il Presidente della Cei.
Sir
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