Cucina da vedere
Si è chiusa la settima edizione di 'Masterchef'
La vittoria di Simone Scipioni ha chiuso la settima edizione del “Masterchef” nostrano, confermando il successo di pubblico non soltanto di questo programma ma di un intero genere, che vede i fornelli protagonisti su molti canali e... in tutte le salse. Il giovane vincitore, originario di Civitanova Marche, vive in provincia di Macerata e studia Scienze dell’alimentazione.
Ha imparato a cucinare guardando la nonna da piccolo e crescendo da lì in poi ha coltivato la passione per i fornelli, evidentemente con successo. Ha vinto 100.000 Euro in gettoni d'oro e ha guadagnato la possibilità di pubblicare un libro con le sue ricette.
Oltre a lui, a vincere è ancora una volta una formula ormai collaudata e consolidata, che incuriosisce il pubblico unendo la cultura nazionalpopolare della cucina con il meccanismo della sfida e la suspense della valutazione da parte dei cuochi professionisti. Le declinazioni sono varie, dalle persone comuni ai vip, dalla sfida a tempo alla necessità di rimettere in carreggiata ristoranti in crisi, dalle gare a eliminazioni alle rubriche dei telegiornali come “Tg5 Gusto”, fino alle numerose proposte di recensioni enogastronomiche inserite in qualsiasi tipo di programma.
Il culto del cibo appartiene all'identità nazionale italiana e, di conseguenza, all'immaginario collettivo che la televisione ha proposto e amplificato fin dai suoi esordi. Resta nella storia del piccolo schermo il “Viaggio nella Valle del Po alla ricerca dei cibi genuini” che nel 1957 vide lo scrittore Mario Soldati protagonista nei panni del gastronomo impegnato a percorrere in lungo e in largo la campagna padana per ritrovare i sapori di una volta attraverso un viaggio in 12 tappe. Essendo il cibo veicolo anche di molti altri significati antropologici, la ricerca di Soldati non si esauriva nella descrizione del gusto dei piatti, ma (ri)costruiva un mosaico socioculturale entrando in cantine, caseifici e aziende di settore per mostrare tutta la filiera di produzione degli alimenti.
L'attuale offerta di programmi culinari si interessa assai poco della tradizione storica e punta invece su un tempo presente compresso nello scorrere dei minuti e dei secondi che gli chef televisivi devono rispettare per completare le loro ricette. Anche il tempo che gli spettatori hanno a disposizione per “imparare” una ricetta e provare a loro volta a realizzarla è ristretto, il qui-e-ora diventa la chiave di volta per conquistare l'attenzione di chi – tra lavoro, famiglia e incombenze domestiche – vuole sfruttare al meglio lo spazio residuo per ottenere con il minimo sforzo il massimo rendimento culinario.
In parallelo allo sviluppo dei programmi di cucina, si è fatta strada in questi ultimi anni una crescente tendenza all'educazione alimentare che accompagna il “cotto e mangiato” con consigli salutistici e indicazioni sulle diete più corrette. Prendendoci per la gola, la tv ci può aiutare a mangiare meglio.
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