Montalbano in versione giovanile... non convince!
È in onda da un paio di settimane "Il giovane Montalbano" (Rai1, giovedì ore 21.10), nuova produzione dedicata al commissario creato dalla fantasia di Andrea Camilleri che tanta fortuna ha avuto sul piccolo schermo oltre che fra le pagine dei libri di cui è protagonista. Avendo probabilmente esaurito il filone istituzionale e volendo comunque riproporre un personaggio vincente in chiave diversa, gli autori hanno pensato di raccontare la vita del commissario Montalbano prima che egli diventasse famoso.
E così si sono inventati il teleracconto della sua vita da giovane, non senza chiedere una preziosa consulenza a Camilleri, suo papà letterario. Al posto di Luca Zingaretti, che ormai il pubblico italiano ha imparato ad associare naturalmente al protagonista, è in scena Michele Riondino, che con la barba e i capelli ricci fornisce una connotazione di tutt'altro genere.
L'idea del "prequel", ovvero di una narrazione che viene realizzata dopo quella di successo per raccontare quello che è avvenuto prima, non è nuova per il cinema ma per la televisione un po' sì. Anche per questo, gli autori di questa nuova produzione si sono sentiti in dovere di mettere sull'avviso il pubblico televisivo e i telespettatori più affezionati a Montalbano-Zingaretti, spiegando che "il Montalbano che conosciamo e che amiamo è il risultato di una serie di esperienze vissute nel periodo più delicato della vita, la giovinezza, in cui s'impara a essere quello che si è". Da qui la decisione di raccontare come si è formato il mondo del commissario, dal suo primo incarico all'approdo a Vigata, luogo privilegiato in cui Camilleri ha ambientato le sue gesta letterarie.
Le sei puntate di questa nuova serie approfondiscono il difficile rapporto del commissario con il padre, gli inizi della sua amicizia con Augello, il colpo di fulmine con Livia e lo sbocciare della loro complicata relazione. Si narra anche la costruzione del rapporto speciale fra Montalbano e Catarella, l'imbranato agente che non azzecca nemmeno per sbaglio un cognome ma di cui ci si può fidare a occhi (semi)chiusi.
Nonostante gli sforzi di continuità e gli artifici narrativi ad hoc, questa serie convince molto meno di quella originale, sia perché la distanza fra quel Montalbano e questo è abissale, sia perché dopo che un personaggio è stato associato a un volto e a una figura di attore, è difficile connotarlo con sembianze tanto diverse e farlo comunque risultare credibile.
Riondino dal canto suo ce la mette tutta ma... il ragazzo è ancora giovane e deve fare molta strada – e risolvere altrettanti casi – prima di poter essere anche lontanamente associato al Montalbano vero, televisivamente parlando.
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