Meraviglie. La penisola dei tesori: in tv torna Alberto Angela
Il martedì sera su Rai1
Alberto Angela torna in prima serata con “Meraviglie. La penisola dei tesori” (Rai1, martedì ore 21.25), viaggio in quattro puntate e dodici tappe nei siti italiani riconosciuti dall’Unesco come patrimonio dell’umanità.
Laureato in Scienze naturali, Alberto si è specializzato in paleontologia nelle più rinomate università estere. Prima di dedicarsi a tempo pieno alla divulgazione scientifica televisiva, ha svolto molte ricerche sul campo, partecipando anche a spedizioni internazionali in Zaire, Tanzania, Oman, Etiopia e Mongolia. Nel 1990 ha fatto il suo esordio in televisione e col tempo ha realizzato programmi diventati storici come “Il pianeta dei dinosauri”, “Viaggio nel cosmo” e “Ulisse”. L’itinerario culturale che Angela propone nella nuova stagione di “Meraviglie” si sviluppa per oltre 10.000 chilometri da Nord a Sud della nostra penisola, per andare a scoprire i segreti di piazza Navona a Roma e le glorie del Teatro San Carlo a Napoli, il barocco di Lecce e le peculiarità dei luoghi del commissario Montalbano, gli splendori dei Gonzaga e quelli della corte di Federico da Montefeltro, i mosaici bizantini di Ravenna e i tesori sommersi nel mare di Baia, oltre a molto molto altro.
In ciascuna puntata vengono raccontati tre siti, con l’aiuto e la presenza di diversi ospiti – da Massimo Ranieri a Gigi Proietti, da Pippo Baudo a Giuliano Sangiorgi, da Dori Ghezzi a Renzo Arbore – che aiutano ad apprezzare ancora di più quello che viene mostrato. Non mancano gli intermezzi musicali con la tromba del jazzista Paolo Fresu, gli intermezzi del soprano Maria Sardayan e una classica “pizzica” a Melpignano nei luoghi della Notte della Taranta.
Nella scorsa stagione il programma ha fatto registrare una media di quasi 6 milioni di spettatori, per uno share intorno al 23%. L’ambizione degli autori e del conduttore non è solo quella di consolidare il successo di pubblico, ma di perseguire al contempo un duplice obiettivo: far conoscere al grande pubblico ciò che – pur avendolo “in casa” – non tutti conoscono e attivare l’attenzione dei soggetti preposti alla conservazione di questi patrimoni, non sempre valorizzati come meriterebbero.
Marco Deriu
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