La fede cristiana alle sue origini
"Il termine "fede" è tra quelli abusati, come succede per altri vocaboli italiani quali "amore", "laico", "storia"". Inizia così, con un'affermazione lapidaria il bel saggio dell'esegeta Romano Penna "La fede cristiana alle sue origini" (San Paolo, 187 pp., 12,50 euro). Ma già la copertina, sotto la foto di un fregio coi profili di Gesù e san Paolo, avvisava, con le parole di Agostino: "se la fede non è pensata, è come se non ci fosse".
L'intento esplicito è quello di prendere per mano il lettore - che, se non è uno specialista, dovrà stare attento a non perdere mai la concentrazione - e condurlo in una ricerca pensosa delle radici della fede. Penna è uno studioso coltissimo, esperto di San Paolo a livello internazionale.
Eppure questo libro, snello ma impegnativo, non fa mai concessioni all'erudizione fine a se stessa: scava nei testi biblici, nella tradizione di Israele, nel cristianesimo primitivo per mostrare come la fede cristiana non sia qualcosa di estemporaneo, un'invenzione, ma il frutto maturo di un'evoluzione.
Per questo lo studio si muove dalla fede di Israele per passare attraverso la fede di Gesù di Nazaret, fino alla fede dei discepoli prima e dopo la Pasqua.
In un tempo come il nostro, così disabituato a pensare, affezionato ad etichette e luoghi comuni, si tratta di un libro da leggere e studiare, perché aiuta a non dare per scontato nulla della propria tradizione religiosa e della fede personale.
Un libro che può essere una lettura utile per non smettere di meditare, mentre si va a concludere l'anno della Fede. Che cosa vuol dire credere? "Non è solo un giudizio di valore dell'intelletto su una verità da accettare - spiega l'Autore -, ma è soprattutto una personale autoconsegna esistenziale ad un'altra Persona".
Lo studioso conduce il lettore a riscoprire la vera novità della fede cristiana nel panorama religioso antico e contemporaneo: la persona di Gesù di Nazaret dichiarato poi risorto da comunità che esplicitano il contenuto cristologico della fede pasquale. Chiudendo l'ultima pagina di questo saggio ci si accorgerà di avere un po' faticato, ma libri come questo aiutano a riprendere nuovamente in mano un altro libro, il Vangelo, con sentimenti e atteggiamenti nuovi.
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