Genova ch'è tutto dire. Immagini per Litania di Giorgio Caproni
In "Genova ch'é tutto dire. Immagini per Litania di Giorgio Caproni", edito da Il Canneto, gli autori Patrizia Traverso e Luigi Surdich hanno voluto celebrare a modo loro, con le loro diverse peculiarità, la grande Litania di Giorgio Caproni e la città di Genova, mirabilmente illustrata dalle strofe della poesia.
Litania, forse la più famosa poesia del poeta genovese, venne scritta probabilmente nel 1952, e racconta la Genova di sessant'anni fa.
In "Genova ch'é tutto dire. Immagini per Litania di Giorgio Caproni", edito da Il Canneto, gli autori Patrizia Traverso e Luigi Surdich hanno voluto celebrare a modo loro, con le loro diverse peculiarità, la grande Litania di Giorgio Caproni e la città di Genova, mirabilmente illustrata dalle strofe della poesia.
Litania, forse la più famosa poesia del poeta genovese, venne scritta probabilmente nel 1952, e racconta la Genova di sessant'anni fa.
Il volume accosta con efficacia ad ogni distico della poesia di Caproni un'accurata spiegazione contenutistica e filologica, e una fotografia della Traverso sempre perfettamente corrispondente a quanto scritto dal poeta.
La fotografia qui, come asseriscono anche gli autori, ha un ruolo di commento aggiuntivo, suggerimento interpretativo, mezzo per creare suggestioni supplementari nel lettore.
Il volume però non si limita ad essere un album fotografico, seppur realmente efficace, su Genova, ma vuole suggerire in chi si accosta alla lettura, nuovi spunti e nuove suggestioni, accostando ai versi, già di per se rappresentativi, i commenti e le immagini che portano ad un quadro più completo e ricco sia dal punto di vista strettamente legato all'interpretazione dei versi, sia dal punto di vista della scelta iconografica.
Immagini a colori e in bianco e nero si accostano fra loro in maniera che non pare programmata o precostituita, restituendo una città bellissima, che alterna i grandi paesaggi ai piccoli particolari, la panoramica dei tetti di ardesia alla vista superba della città che si ha solo dal mare, la maestosità dei monumenti e le piccole stradine in salita.
Nella prefazione, Giuseppe Conte parla di Litania come di un testo chiave nella sua formazione e più in generale nella poesia italiana. "leggendola e rileggendola, mi sembra di rivedere la silhouette magrissima, quasi disincarnata, il volto tormentato del poeta, quell'aria da violinista stralunato, bizzarro, che mi colpì le pochissime volte che lo incontrai.
E ancora, leggendola e rileggendola, si acuisce il mio desiderio di conoscerla, percorrerla, viverla, studiarla, capirne il segreto e il tesoro, più nascosto e antico di quello di San Lorenzo".
E anche il libro stesso, così ricco nelle immagini che presenta, invoglia chi lo legge a conoscere, andare a scoprire Genova, per riscoprirne la bellezza, ritrovarne i dettagli, seguire un itinerario che é lo stesso che seguì Caproni quando accostò i versi per comporre la sua Litania.
La scommessa di Surdich e della Traverso é stata anche quella di riuscire ad accostare ad un testo datato primi anni cinquanta ad immagini scattate sessant'anni dopo: si tratta di una scommessa vinta, perché nulla suona anacronistico, ma anzi invita ad un approccio con la città che unisce le sensazioni del lettore, degli autori del volume, e del grande poeta.
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