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Ricordo di un poeta

La morte di Pierluigi Cappello, uno dei poeti italiani più importanti: viveva in carrozzina fin da quando aveva sedici anni

Ricordo di un poeta

La prematura scomparsa, aveva 50 anni, di Pierluigi Cappello, ha colpito molti: era infatti uno dei poeti italiani più considerati dalla critica, ed era una persona che mostrava con il suo esempio, la forza anche della poesia. Non solo di quella scritta sui fogli, a penna, a matita, o digitata su smart o sul computer, ma quella di una vita che nonostante tutto vale la pena. Costretto in carrozzina fin da quando aveva sedici anni per un incidente in moto, nel quale tra l’altro aveva perso la vita un suo caro amico, Pierluigi aveva vissuto per alcuni anni in una baracca del post-terremoto in Friuli, la sua terra. Una baracca che lo costringeva a fare i conti con la pioggia che filtrava dagli spacchi del tetto, con il freddo, con qualche topolino che lo andava a trovare. E nella sua poesia, una poesia che ha avuto altissimi riconoscimenti, tra cui il premio Montale, il Viareggio-Repaci, il Maria Teresa Messori Roncaglia e Eugenio Mari dell’Accademia dei Lincei, questa comunione con aspetti non “alti” della natura si sente. Altri grandi poeti hanno celebrato l’incontro con il creato in senso umile e profondamente umano, da san Francesco alla Dickinson, e il poeta friulano, nonostante la menomazione, nonostante la povertà, aveva mantenuto questo sguardo pochissimo retorico sulla realtà materna della propria terra. Il suo sguardo, anche quando si volgeva altrove, era sempre lucido e poco propenso a mettere davanti a sé la sua situazione, come una scusa o una pretesa di attenzione. Nelle sue opere, pubblicate da editori prestigiosi, come “Questa libertà” e “Azzurro elementare”, la raccolta delle sue precedenti poesie, edite dalla Bur, emergono alcuni elemento costitutivi: lo sguardo sulla sua terra, la memoria dei cari scomparsi e che però vivono grazie ad una memoria che riesce a creare l’emozione dell’incontro, la mancanza di facili cedimenti alla lacrima, la capacità di passare attraverso la gente cogliendo lampi d’esistenza (“Una esce di casa coprendosi un occhio con il palmo/ mentre con l’occhio scoperto piange”), l’attimo in cui gli altri rivelano la reazione di fonte alla sua calma poesia che nasce dallo stare in carrozzina e senza beni di fortuna (“Uno mi dice a questo punto bisogna mettere/ la parola amen/ perché questa sarebbe una preghiera, come l’hai fatta tu”), sono solo alcune delle caratteristiche proprie della sua scrittura. Una poesia che nasce non dai salotti televisivi e dal corteggiamento delle mode, ma dal nudo stare nella vita ed accettarla fino in fondo.

Fonte: Sir
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