La parola
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Il Vangelo della Domenica, Gv 1,35-42

Videro dove dimorava e rimasero con lui

I vangeli di queste prime domeniche del tempo ordinario, che si collocano tra il tempo dell'Avvento e del Natale, e il tempo della Quaresima e della Pasqua, possono essere letti come i vangeli degli inizi, gli inizi della vita pubblica del Signore e del corrispettivo cammino dei discepoli, chiamati a stare con Lui. Quasi a voler riproporre, attraverso la parola evangelica, come si desta e si sviluppa un'esistenza cristiana, determinata dalla persona e dalla presenza di Gesù.

Videro dove dimorava e rimasero con lui

I vangeli di queste prime domeniche del tempo ordinario, che si collocano tra il tempo dell'Avvento e del Natale, e il tempo della Quaresima e della Pasqua, possono essere letti come i vangeli degli inizi, gli inizi della vita pubblica del Signore e del corrispettivo cammino dei discepoli, chiamati a stare con Lui. Quasi a voler riproporre, attraverso la parola evangelica, come si desta e si sviluppa un'esistenza cristiana, determinata dalla persona e dalla presenza di Gesù. Il passo offerto al nostro ascolto, a differenza dei successivi che seguono la narrazione di Marco, proviene dal primo capitolo del vangelo secondo Giovanni: l'evangelista, dopo il suggestivo prologo, dove mostra fin dall'inizio il mistero più profondo di Cristo, Parola eterna del Padre, fatta carne, inquadra l'avvio della manifestazione di Gesù al mondo, nella testimonianza del Battista, e nel primo contatto di Gesù con alcuni discepoli. Lo stile della narrazione è sobrio e incalzante, è l'emergere di una memoria che si concentra sull'essenziale, è l'anticipo di motivi e temi che ritorneranno nel quarto vangelo; possiamo percorrere questa pagina semplice e affascinante di Giovanni, scoprendo come in essa sono racchiuse le caratteristiche di fondo dell'esistenza cristiana, cioè di un'esistenza toccata e investita dalla presenza di Cristo. Un primo elemento è la funzione del Battista, il quale, come vero testimone, non ferma lo sguardo dei due discepoli a sé, ma indica loro Gesù che passa: 'Ecco l'agnello di Dio!'. E i due si mettono in cammino dietro a Gesù, proprio accogliendo la sollecitazione del loro maestro. Per entrare in contatto con Cristo, occorre la grazia di un maestro, di un testimone, di un padre nella fede, che appunto desti il nostro cuore e la nostra attenzione ai segni di Colui che passa nella nostra vita. Inoltre, la relazione tra Gesù e i due discepoli prende vita da una duplice domanda, quella di Cristo, 'Che cosa cercate?', e quella dei due, 'Rabbì, dove dimori?'. Nel linguaggio del quarto vangelo le due espressioni sono dense di significato, il verbo 'cercare' mette a tema la ricerca del volto e della verità di Gesù, e mostra che la prima condizione per incontrare il Maestro è un cuore vivo, che cerca, che non spegne il desiderio di vita, che non si accontenta di sistemarsi nelle proprie sicurezze; il verbo 'dimorare/rimanere' allude invece alla dimensione profonda di Cristo, a dove l'uomo Gesù trova consistenza e verità, e come apparirà chiaro nel racconto dell'evangelista, è nel Padre che Cristo dimora e rimane, nell'amore del Padre che lui stesso rivela. Fin dall'inizio appare chiaro che l'esistenza di chi ha incontrato Cristo è diventare partecipi di questa dimora nel Padre, rimanere con Lui e in Lui per vivere la gioia e la comunione dell'essere figli: 'Andarono dunque e videro dove egli dimorava e quel giorno rimasero con lui'. Giovanni utilizza lo stesso verbo 'rimanere/dimorare' proprio per dare voce all'esperienza fatta dai primi: stando con Gesù, nella sua compagnia concreta e storica, hanno potuto dimorare in Lui e così, hanno potuto condividere la sua vita filiale, il suo rimanere nel Padre. In questa luce, si svela tutta la ricchezza dell'essere cristiani: un legame con Cristo, che passa attraverso un incontro nella carne, situato nel tempo, 'erano circa le quattro del pomeriggio', e che chiede di poter venire e vedere. Nella parte finale di questa pagina, l'evangelista allude alla modalità semplicissima con la quale l'esperienza dei primi riaccade nel tempo, fino a noi, oggi: Andrea, uno dei due che hanno vissuto quel pomeriggio con Gesù, immediatamente annuncia al fratello Simone la grande scoperta e lo conduce a Gesù: lui, che era stato quasi condotto a Gesù dalla parola del Battista, ora si fa testimone di quest'incontro per il fratello. Qui è la strada della fede, un passaggio da testimone a testimone, che arriva fino a noi, e di cui noi diventiamo parte: attraverso il volto e l'umanità di chi ha già incontrato Cristo, si rinnova la stessa esperienza di bellezza e di attrattiva, che muove il cuore a ripercorrere i passi dei primi, a venire e a vedere.Corrado Sanguineti

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