Vi siete accostati al monte Sion, alla città del Dio vivente.
XXII Domenica del Tempo Ordinario (Anno C)
Dalla lettera agli Ebrei
Eb 12,18-19.22-24a
Fratelli, non vi siete avvicinati a qualcosa di tangibile né a un fuoco ardente né a oscurità, tenebra e tempesta, né a squillo di tromba e a suono di parole, mentre quelli che lo udivano scongiuravano Dio di non rivolgere più a loro la parola.
Voi invece vi siete accostati al monte Sion, alla città del Dio vivente, alla Gerusalemme celeste e a migliaia di angeli, all’adunanza festosa e all’assemblea dei primogeniti i cui nomi sono scritti nei cieli, al Dio giudice di tutti e agli spiriti dei giusti resi perfetti, a Gesù, mediatore dell’alleanza nuova.
La vera, insuperabile grandezza dell'uomo sta nell'esser fatto partecipe della redenzione, quindi del Regno di Dio. Nell'Antico Testamento l'uomo aveva fruito d’una presenza divina, di cui il Sinai era simbolo e monito, ma in una atmosfera spirituale di sacro e timoroso rispetto, sino al punto da paventare che “Dio rivolgesse la parola”. Ogni teofania era avvenuta in un contesto di elementi naturali, dall'imponenza quasi terrificante: fulmini, tuoni, nuvolaglia, tempesta, squilli di tromba, parola da voce stentorea.
Per gli uomini del Nuovo Testamento – afferma l'autore della lettera – la situazione è assai diversa: dominano gioia e festosità. Non c'è più l'imponenza tangibile del simbolo, ma c'è una realtà spirituale ineffabile. Riferimento non è più il Sinai, al quale, secondo la divina prescrizione, nessuno poteva accostarsi, pena la morte (allo scopo di inculcare il senso della trascendenza di Dio e del conseguente rispetto adorante), ma è il monte Sion, simbolo della Nuova Alleanza, è la “Gerusalemme celeste”, la Chiesa, in cui è presente “il Dio vivente”, che raccoglie uomini redenti ed angeli in “assemblea festosa”.La Chiesa pellegrinante nel tempo ela Chiesa trionfante dell'eternità vivono un’intimità anticamente insospettata.
Come – secondo la legge mosaica – i primogeniti dovevano essere consacrati al Signore e, come tali, venire iscritti in appositi elenchi, i redenti sono “iscritti nei cieli”, veramente al servizio dell'Eterno, partecipi della gloria del “Mediatore della Nuova Alleanza”, Gesù Cristo.
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