Siate integri e irreprensibili per il giorno di Cristo

Fratelli, sempre, quando prego per tutti voi, lo faccio con gioia a motivo della vostra cooperazione per il Vangelo, dal primo giorno fino al presente. Sono persuaso che colui il quale ha iniziato in voi quest'opera buona, la porterà a compimento fino al giorno di Cristo Gesù.

Infatti Dio mi è testimone del vivo desiderio che nutro per tutti voi nell'amore di Cristo Gesù. E perciò prego che la vostra carità cresca sempre più in conoscenza e in pieno discernimento, perché possiate distinguere ciò che è meglio ed essere integri e irreprensibili per il giorno di Cristo, ricolmi di quel frutto di giustizia che si ottiene per mezzo di Gesù Cristo, a gloria e lode di Dio. 

La collaborazione all'opera salvifica di Dio è il motivo della gioia che anima la preghiera di Paolo, nel momento in cui – prigioniero, perché missionario – scrive ai cristiani di Filippi (l'odierna Filibedijk ad est di Salonicco), la prima comunità che egli ha fondato in Europa durante il suo primo viaggio (50-51 d.C.).

Una gioia che ha radici anche più profonde: sta nel riscontro che l'impegno missionario dei cristiani realizzano pure, nel contempo, una maturazione spirituale personale e la consapevolezza che tutto ciò avviene per intervento divino di Dio, al quale si deve l'efficacia degli inizi e la completezza della conclusione, rapportata al termine della vita, il “giorno di Cristo Gesù”.

Da ciò la necessità di adeguarsi a Dio in una progressiva, costante ricerca della perfezione – senza soste e senza stanchezze – concretata in una sempre più spiccata sensibilità spirituale, che porta a “distinguere il meglio”. L'integrità e la irreprensibilità ne saranno il risultato.