Domenica di Pentecoste - anno C, Gv 14, 15-16. 23-26
Lo Spirito Santo vi insegnerà ogni cosa
In questa domenica, nella quale celebriamo il mistero della Pentecoste, la discesa dello Spirito sulla Chiesa nascente, ascoltiamo due passaggi, tratti dai discorsi d'addio di Gesù, secondo la caratteristica testimonianza del quarto vangelo. All'interno di essi s'incontrano ben cinque promesse dello Spirito da parte di Cristo, nelle quali si profila l'azione che lo stesso Spirito realizzerà nella comunità cristiana di ogni tempo.
In questa domenica, nella quale celebriamo il mistero della Pentecoste, la discesa dello Spirito sulla Chiesa nascente, ascoltiamo due passaggi, tratti dai discorsi d'addio di Gesù, secondo la caratteristica testimonianza del quarto vangelo. All'interno di essi s'incontrano ben cinque promesse dello Spirito da parte di Cristo, nelle quali si profila l'azione che lo stesso Spirito realizzerà nella comunità cristiana di ogni tempo. Nel passo offerto alla nostra meditazione, lo Spirito è annunciato come presenza personale e fedele, 'un altro Consolatore', che prende le veci di Gesù; il termine greco parakletos indica qualcuno che è chiamato per essere accanto, come avvocato, come intercessore, come consolatore, e con questa espressione lo Spirito si rivela non solo come energia e luce interiore, ma come persona, come invisibile ed efficace presenza che non ci lascia soli. Gesù ci assicura che lui stesso pregherà il Padre, perché ci sia donato lo Spirito, 'perché con voi per sempre', e questa preghiera di Cristo si prolunga nella sua costante intercessione, a nostro favore, presso il Padre, e mostra la sua efficacia nell'effusione dello Spirito, che in diversi modi si attua nella vita della Chiesa e del mondo. Questa presenza, in sé invisibile, e che pertanto la Scrittura rappresenta con delle immagini (il vento, il fuoco, l'acqua, l'unzione dell'olio), si rende manifesta nei suoi effetti, in ciò che fa accadere nell'esistenza dei discepoli: nel nostro passaggio, Giovanni mette in evidenza alcuni segni dell'azione del Paraclito in noi. Innanzitutto, l'esperienza di un amore a Gesù, che conduce a custodire la sua parola e a vivere una nuova familiarità con Dio; dopo aver evocato il dono del Consolatore, il testo evangelico ci parla del germogliare di questa affezione a Cristo: 'Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremmo a lui e prenderemo dimora presso di lui'. Non è una realtà riservata ai mistici, è la sostanza della vita di fede, la grazia di una relazione vitale e vivificante con Cristo, che ci fa entrare nella conoscenza del 'noi' trinitario di Dio stesso. Nell'altra promessa dello Spirito, gli viene attribuita una duplice azione, insegnare e ricordare ai discepoli tutto ciò che Gesù ci ha detto. L'insegnamento di cui si tratta non è, evidentemente, un fatto esterno o scolastico, è la persuasione interiore, è la chiarezza che lo Spirito comunica nel cuore, per cui le parole del vangelo vengono percepite in tutta la loro profondità , aprono prospettive nuove alla nostra vita: accade a tutti di ascoltare magari una parola di Cristo, già udita molte volte, senza in noi nulla si muovesse, e improvvisamente quella parola ci penetra, ci stupisce, spalanca il nostro cuore e la nostra ragione, ecco lo Spirito, il Maestro interiore, all'opera. Infine l'altra attività dello Spirito nei discepoli è far ricordare le parole di Gesù, dove il verbo 'ricordare' va inteso nel suo senso biblico, una memoria che attualizza, che rende presente e contemporaneo l'oggetto del ricordo. Dunque lo Spirito non insegna una nuova rivelazione, non va oltre Gesù, perché è nel Figlio che il Padre ci ha detto tutto e ci ha dato tutto; lo Spirito, nel tempo della Chiesa, nelle tappe della nostra esistenza, ci permette di entrare in questo tesoro inesauribile, ci permette di afferrare tutta la verità di Cristo. Davvero la Pentecoste è il culmine del mistero pasquale, di cui la Chiesa vive, perché, senza il dono dello Spirito, noi non potremmo diventare familiari di Cristo, non potremmo riconoscere la sua verità ; è il dono dello Spirito, che assicura questo flusso di vita e di amore, nella Chiesa. Anche se alla nostra coscienza a volte sembra essere una realtà lontana ed evanescente, lo Spirito è veramente l'anima e il respiro della nostra esistenza di credenti, di uomini afferrati da Cristo: la parola del vangelo ci invita a saper leggere e riconoscere i segni del suo passaggio e della sua presenza, oggi, come ieri.
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