Domenica delle Palme - anno C, Luca 22,14-23,36
La passione del Signore
In quel tempo, tutta l'assemblea si alzò; condussero Gesù da Pilato e cominciarono ad accusarlo: «Abbiamo trovato costui che metteva in agitazione il nostro popolo, impediva di pagare tributi a Cesare e affermava di essere Cristo re». Pilato allora lo interrogò: «Sei tu il re dei Giudei?». Ed egli rispose: «Tu lo dici». Pilato disse ai capi dei sacerdoti e alla folla: «Non trovo in quest'uomo alcun motivo di condanna». Ma essi insistevano dicendo: «Costui solleva il popolo, insegnando per tutta la Giudea, dopo aver cominciato dalla Galilea, fino a qui».
In quel tempo, tutta l'assemblea si alzò; condussero Gesù da Pilato e cominciarono ad accusarlo: «Abbiamo trovato costui che metteva in agitazione il nostro popolo, impediva di pagare tributi a Cesare e affermava di essere Cristo re». Pilato allora lo interrogò: «Sei tu il re dei Giudei?». Ed egli rispose: «Tu lo dici». Pilato disse ai capi dei sacerdoti e alla folla: «Non trovo in quest'uomo alcun motivo di condanna». Ma essi insistevano dicendo: «Costui solleva il popolo, insegnando per tutta la Giudea, dopo aver cominciato dalla Galilea, fino a qui». Udito ciò, Pilato domandò se quell'uomo era Galileo e, saputo che stava sotto l'autorità di Erode, lo rinviò a Erode, che in quei giorni si trovava anch'egli a Gerusalemme. Vedendo Gesù, Erode si rallegrò molto. Da molto tempo infatti desiderava vederlo, per averne sentito parlare, e sperava di vedere qualche miracolo fatto da lui. Lo interrogò, facendogli molte domande, ma egli non gli rispose nulla. Erano presenti anche i capi dei sacerdoti e gli scribi, e insistevano nell'accusarlo. Allora anche Erode, con i suoi soldati, lo insultò, si fece beffe di lui, gli mise addosso una splendida veste e lo rimandò a Pilato.Ogni evangelista, nel comporre il grande racconto della passione, opera delle scelte che alla fine ci consegnano un volto particolare di Gesù e ci permettono di entrare nel mistero che si compie nell'ora della croce: così anche Luca, che quest'anno ci accompagna, pur seguendo sostanzialmente lo schema dell'antico racconto trasmesso da Marco, presenta alcune aspetti propri, che costituiscono un'originale catechesi sugli eventi drammatici delle ultime ore terrene di Gesù. Il tratto della narrazione di Luca che vorrei evidenziare è la passione come tempo della prova, per Gesù e per i discepoli, una prova dietro la quale si nasconde il nemico, Satana, l'avversario: evocato fin dall'inizio nel tradimento di Giuda (Lc 22,3), ritorna ora in azione, dopo le tentazioni nel deserto, che hanno aperto il cammino della Quaresima. Nelle parole della cena, Gesù in modo chiaro annuncia ciò che vivranno i discepoli e, rivolgendosi a Simone, afferma: 'Simone, Simone, ecco: Satana vi ha cercato per vagliarvi come il grano; ma io ho pregato per te, perché la tua fede non venga meno. E tu, una volta convertito, conferma i tuoi fratelli' (Lc 22,31-32). Sono parole impressionanti con le quali Luca rivolge l'attenzione dei suoi lettori non solo a ciò che è accaduto nella notte dell'arresto e nelle successive ore della condanna in croce di Gesù, ma ad una possibilità permanente nella vita dei credenti. Cristo stesso entra nella passione, con la coscienza di affrontare uno scontro decisivo e nella scena della preghiera nell'orto, così come Luca la rappresenta, noi vediamo un Gesù in profonda tensione, che vive la sua 'agonia', cioè il suo ultimo e decisivo combattimento contro il Maligno, contro il peccato e la morte: 'Entrato nella lotta, pregava più intensamente' (Lc 22,44). à proprio la preghiera al Padre ciò che consente a Gesù di non soccombere nella prova, di vivere la sua sofferenza e la sua morte come libera ed amorosa consegna di sé, abbracciando con la richiesta di perdono perfino i suoi uccisori: 'Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno' (Lc 23,34). Ma questa prova investe i suoi discepoli, e nel cammino della comunità nata dalla Pasqua, come racconteranno gli Atti, si rinnoverà in molteplici forme: Satana cerca i credenti, di ogni tempo, per vagliarli come il grano, per tentare la loro fede e la loro fedeltà a Cristo, e Gesù ci indica due strade sicure, per non affondare. La prima è l'assicurazione della sua preghiera, che in modo particolare sosterrà Simone, perché non venga meno la sua fede: Simone vacillerà , giungendo a rinnegare il maestro, conoscerà una nuova conversione, a partire dal suo amaro pentimento, e così convertito, potrà confermare e rafforzare i suoi fratelli. Anche in questo caso, la vicenda di Simone va oltre la sua persona, e prefigura il servizio di Pietro e dei suoi successori nella vita della Chiesa: il pastore di tutti, chiamato a confermare nella fede, sostenuto e garantito dalla preghiera di Gesù. Nella successiva scena nell'orto, Luca indica la seconda strada, che permette di attraversare l'ora oscura delle tenebre e della prova, quando per due volte, Gesù invita i suoi discepoli: 'Pregate, per non entrare in tentazione' (Lc 22,40.46). Gesù sa che i suoi amici non sono in grado di condividere con lui la prova finale, e li invita a pregare per non entrare in questa prova. Per ora, solo Lui è chiamato, in piena libertà , a compiere il disegno del Padre, accettando d'entrare nella prova oscura della croce, e vi entra da solo pregando, confortato dal Padre attraverso l'angelo che gli appare nell'istante della massima angoscia; i discepoli, di fatto, scompaiono dalla narrazione e l'ultima menzione riguarda Pietro che piange dopo il triplice rinnegamento. Solo Giuseppe d'Arimatea, con le donne venute dalla Galilea, provvederanno alla sepoltura del maestro, tragicamente dimenticato dai suoi. Ma Luca sa che, dopo la Pasqua e dopo la discesa dello Spirito, si aprirà il tempo della Chiesa, e avrà inizio la prova che i credenti saranno chiamati a conoscere e a vivere. Una prova che riguarda anche noi, anche i nostri tempi dove direttamente la fede è messa in questione ed è sfidata, una prova che chiede ai discepoli di oggi, come di ieri, di confidare nella forza della preghiera e d'affidarsi, come Gesù, al Padre fedele nel suo amore.Corrado Sanguineti
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