Il mistero nascosto da secoli, ora è manifestato ai santi
XVI Domenica del Tempo Ordinario (anno C)
Fratelli, io sono lieto nelle sofferenze che sopporto per voi e do compimento a ciò che, dei patimenti di Cristo, manca nella mia carne, a favore del suo corpo che è la Chiesa.
Di essa sono diventato ministro, secondo la missione affidatami da Dio verso di voi di portare a compimento la parola di Dio, il mistero nascosto da secoli e da generazioni, ma ora manifestato ai suoi santi.
A loro Dio volle far conoscere la gloriosa ricchezza di questo mistero in mezzo alle genti: Cristo in voi, speranza della gloria. È lui infatti che noi annunciamo, ammonendo ogni uomo e istruendo ciascuno con ogni sapienza, per rendere ogni uomo perfetto in Cristo.
Dalla prigionia, in cui si trova a causa del suo ministero apostolico, Paolo dice la sua letizia: gaudioso della sofferenza, perché in essa egli accoglie e ritrova i fratelli (dato che è a motivo della predicazione che è perseguitato) e perché accoglie e ritrova Cristo stesso sofferente.
Paolo ospita nella propria sofferenza i fratelli e Cristo: li accoglie completamente. Ricevere Cristo, andargli incontro è ricevere partecipazione anche alle sue sofferenze. Alla sofferenza di Cristo il discepolo deve unire la propria, come partecipazione, la quale “manca” al Corpo Mistico se non viene realizzata.
La redenzione di Cristo continua nella sofferenza del suo Corpo Mistico, la Chiesa, di cui l'apostolo è ministro, non per propria scelta, ma per mandato divino, “secondo la missione affidata da Dio”.
Accogliere Cristo è accogliere la sua parola e la missione di diffonderla, in maniera da far sì che altri entrino nella “conoscenza della gloriosa ricchezza del mistero” salvifico, diventando quindi ospiti del mistero di Dio. L'apostolo con la propria dedizione ospita Cristo nella sua vita ed offre ospitalità in Cristo – il quale “ha posto la sua tenda fra gli uomini” (Gv 1,14) – ossia nella redenzione, offerta a chiunque la voglia accettare. Nessuno può essere escluso, neppure lo straniero.
Il ministero dell'apostolo offre ospitalità traboccante di ricchezza, liberalità, misericordia divina. Chi accetta tale ospitalità si dispone a diventare “perfetto in Cristo”.
L'ospitalità cristiana dunque ha una reciprocità unica: chi accoglie Cristo, nella sua pienezza, riceve accoglienza da Cristo, anzi è incorporato a Cristo.
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