Il Vangelo di domenica 3 novembre
XXXI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - ANNO B
Dal Vangelo secondo Marco
Mc 12,28b-34
In quel tempo, si avvicinò a Gesù uno degli scribi e gli domandò: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?».
Gesù rispose: «Il primo è: "Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l'unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza". Il secondo è questo: "Amerai il tuo prossimo come te stesso". Non c'è altro comandamento più grande di questi».
Lo scriba gli disse: «Hai detto bene, Maestro, e secondo verità, che Egli è unico e non vi è altri all'infuori di lui; amarlo con tutto il cuore, con tutta l'intelligenza e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso vale più di tutti gli olocausti e i sacrifici».
Vedendo che egli aveva risposto saggiamente, Gesù gli disse: «Non sei lontano dal regno di Dio». E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo.
1 - Il primo comandamento ‑ Un dottore della legge ebraica chiede a Gesù quale è l’elemento centrale della vita religiosa. E Gesù, senza molta fatica, gli risponde facendogli citare il testo classico del Deuteronomio, uno dei cinque libri mosaici del Pentateuco e fondamentale per la religione ebraica: ‘Amerai Dio con tutto il cuore, la mente, le forze ‑ Amerai il tuo prossimo come te stesso’. Poi aggiunge: ‘Non sei lontano dal Regno di Dio’. In questi due valori ‑ Dio e l’uomo ‑ sta tutta la vera e unica religione; nei due termini - tutto e come - sta invece il vertice sommo della vita religiosa. Qui c’è il catechismo-base di ogni religione; su questo punto avverrà l’incontro fra tutte le culture e religioni della terra.
2 - Un modello - Perciò su tale nucleo essenziale si possono e si dovranno trovare d’accordo tutti gli uomini, credenti e non‑credenti. Con i primi si potrà dialogare su ambedue i valori, con i secondi si potrà dialogare almeno sul secondo valore. Sembrerebbe che Gesù abbia voluto gettare le basi, non solo del cristianesimo rispetto all’ebraismo, ma di ogni vera religione o, meglio, dell'unica vera religione. Naturalmente, un giorno Egli preciserà meglio il discorso nell’ultima Cena: ‘Padre, che siano tutti una cosa sola come Tu sei in me e io in te’ - ‘Amatevi come io vi ho amati’. Il modello di riferimento è solo Gesù, sia come Dio sia come uomo.
3 - Il futuro ‑ Oggi si aprono prospettive molto interessanti per un dialogo universale che, partendo dal rispetto verso la libertà di ciascuno e, attraverso l'incontro sui punti comuni a tutti gli uomini, giunga un giorno ad una unica religione. Sarà, questo, un appassionante problema dei prossimi decenni, che favorirà certamente una migliore convivenza umana. L’esperienza ci conferma che, quando si va dritti all’uomo e all’amore, le distanze non sono incolmabili. I pagani si convertirono al cristianesimo per questo solo fatto e dicevano: ‘Guarda come si vogliono bene i cristiani’! Anche il ‘Padre nostro’ evidenzia questo stile comune di un linguaggio, che è accessibile e condivisibile fra tutte le religioni.
4 - Alcune domande ‑ Perché non amo ancora Dio con tutto il cuore e il prossimo come me stesso? Perché è così difficile trattare con gli altri? Domande non oziose perché condizionano in senso positivo tutta la mia vita di relazione con gli altri. Invece il nostro modo di vivere è spesso conseguente a questo nostro modo di pensare: tutto deve ruotare attorno a noi. In effetti, molto spesso ciascuno, nel suo rapporto con l’altro, afferma la propria verità, ascolta solo se stesso. Le conseguenze negative più evidenti di questa psicologia distorta sono tre: la contestazione, la incomunicabilità, la solitudine.
5 - Punti concreti ‑ a) Il giudizio, l'indulgenza, la libertà che riservo a me stesso devo concederla anche agli altri; b) devo rispettare la misura dell’altro senza imporgli la mia; c) prima mi porrò in ascolto dell’altro perché ciò mette a nudo il mio ‘io’ e mi fa vedere quello che sono realmente con pregi e difetti; d) il vero discernimento consiste in questo: prima accogliere, poi valutare; e) proporsi di andare verso l'altro non per interesse personale, ma per il bene dell'altro; f) cercare insieme, lavorare insieme; g) vedere nell'altro il Signore.
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