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Il Vangelo di domenica 19 maggio

Pentecoste

Il Vangelo di domenica 19 maggio

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 15,26-2716,12-15

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Quando verrà il Paràclito, che io vi manderò dal Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli darà testimonianza di me; e anche voi date testimonianza, perché siete con me fin dal principio.
Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà».

1 - La nuova creazione - Nel giorno di Pentecoste, festa dei doni del cielo e della terra, Gesù mantiene la promessa: invia lo Spirito Santo, Amore del Padre e del Figlio, pienezza di vita divina donata ai credenti. La Pentecoste è il primo giorno di una terza creazione: gli uomini sono chiamati a vivere fin d’ora la stessa vita di Dio. Se l’amore di Dio è la sua stessa natura, è anche la vita dello spirito umano, fatto ad immagine di Dio. Diciamo anche noi con il salmista: ‘Se togli loro lo spirito, muoiono e ritornano nella loro polvere. Mandi il tuo Spirito, sono creati e rinnovi la faccia della terra’ (104,29). 

2 - Il suo nome - Gesù chiama lo Spirito Santo con il nome di Paràclito, ossia avvocato e consolatore. Egli infatti è la terza Persona divina, che si china sulle sue creature con tenerezza e misericordia per difenderle e sorreggerle: perdono divino che ridona la pace del cuore, consolazione nelle prove, forza nelle persecuzioni, luce nelle tenebre e nelle contraddizioni. Egli è il nostro dolce ospite, l’amico, il difensore, il direttore spirituale; quindi a Lui va riferita tutta l’azione nell’ambito della natura umana e della grazia divina. S. Paolo al riguardo distingue così l’azione dello Spirito Santo: ‘Vi è una diversità di carismi, ministeri e operazioni, ma uno solo è lo Spirito, che opera tutto in tutti’. Fra essi ricordiamo: a) i sette doni (sapienza, intelletto, consiglio, fortezza, scienza, pietà, timore di Dio), b) i carismi (profezia, insegnamento, discernimento, autorità e guida spirituale), c) i ministeri dell’apostolato (lettore, accolito, esorcista, diacono, sacerdote, vescovo), d) le quattordici opere di misericordia (dar cibo, acqua e vestito, alloggiare i senza-tetto, visitare gli infermi e i carcerati, seppellire i morti; consigliare i dubbiosi, insegnare agli ignoranti, ammonire i peccatori, consolare gli afflitti, perdonare le offese, sopportare pazientemente le persone moleste, pregare Dio per i vivi e i morti), e) i dodici frutti dello Spirito Santo: amore, gioia, pace, pazienza, longanimità, bontà, benevolenza, mitezza, fedeltà, modestia, continenza, castità.   

3 - Ieri e oggi - I segni che manifestano la prima Pentecoste, effusione straordinaria dello Spirito Santo, sono sostanzialmente tre: un rombo di vento impetuoso, le lingue di fuoco sul capo degli apostoli, la capacità di parlare un linguaggio nuovo e unico che tutti intendono. Il commento stupefatto della folla è questo: ‘Li udiamo annunziare nelle nostre lingue le grandi opere di Dio’. S. Agostino spiega così: ‘Quel vento monda i cuori dalla paglia carnale; quel fuoco brucia il fieno dell’antica concupiscenza; quelle lingue preannunziano la Chiesa che sarà presente nelle lingue di tutti i popoli’ (Discorso 271,1). Oggi continua senza dubbio una Pentecoste straordinaria dello Spirito Santo nella Chiesa e nel mondo. Da una parte assistiamo al cumulo di macerie morali e sociali di una cultura anti-uomo, che costruisce barriere e divisioni, dall’altra sale e cresce la tensione della verità e dell’amore, che conduce al bene e realizza la pace dell’unità. Il fuoco della Pentecoste lo si ravvisa nel clima generale di risveglio e fervore nel campo della fede e della giustizia, dell’unità e della pace, insomma dei valori spirituali che Dio semina e promuove a tutti i livelli. Condividiamo la gioia del salmista: ‘Del tuo Spirito è piena la terra’! 

4 - Spirito e Corpo - S. Paolo spiega quale è il tipo di effusione dello Spirito Santo e la sua finalità: ‘A ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per l’utilità comune. E in realtà tutti siamo stati battezzati in un solo Spirito per formare un solo corpo’. Ecco l’opera di Dio che ciascuno deve annunziare: il proprio dono va impiegato per il bene di tutti, per diventare un solo corpo, una famiglia, un cuore e un’anima sola. Ciascuno e tutti siamo dunque la Pentecoste, non solo perché riceviamo l’effusione gratuita della Spirito Santo, ma perché mettiamo in comune i nostri doni. Il corpo della Chiesa è vivificato perennemente dallo Spirito Santo. 

5 - Punti concreti - La nostra vita spirituale ha come centro lo Spirito Santo, che abita nel cuore, e noi siamo suo tempio. Verifichiamo se utilizziamo pienamente i suoi doni e rispondiamo positivamente alle ispirazioni che incessantemente ci offre questo magnifico ‘direttore spirituale’. Inoltre verifichiamo il nostro ruolo nella comunità civile ed ecclesiale poiché tutti siamo famiglia di Dio e quindi esponsabili del buon andamento di questa famiglia (caseggiato, parrocchia, diocesi).

Fonte: Il Cittadino
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