La parola
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Il Vangelo di domenica 14 aprile

III domenica di Pasqua - Anno B

Il Vangelo di domenica 14 aprile

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 24,35-48
In quel tempo, [i due discepoli che erano ritornati da Èmmaus] narravano ciò che era accaduto lungo la via e come avevano riconosciuto [Gesù] nello spezzare il pane.
Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona stette in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere un fantasma. Ma egli disse loro: «Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho». Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi. Ma poiché per la gioia non credevano ancora ed erano pieni di stupore, disse: «Avete qui qualche cosa da mangiare?». Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; egli lo prese e lo mangiò davanti a loro.
Poi disse: «Sono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella Legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi». Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture e disse loro: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni».

Letture: Atti 3, 13-15.17-19; 1 Giovanni 2, 1-5; Luca 24, 35-48. 

1 - Il Cenacolo - È il primo, piccolo tempio della nuova Gerusalemme cristiana: la chiesa di Gesù. Egli vi raduna gli apostoli la sera del giovedì santo per celebrare la sua prima Pasqua di morte e risurrezione, consacrandoli sacerdoti e istituendo l’Eucarestia; la sera di Pasqua conferisce loro anche il potere di perdonare i peccati e nel giorno dell’Ascensione li invia come testimoni a evangelizzare il mondo. Nel cenacolo, dopo cinquanta giorni dalla Pasqua, dona lo Spirito Santo a tutto il mondo. Il Cenacolo quindi rappresenta l’espressione piena della liturgia pasquale ove Cristo raduna i suoi fedeli, si fa presente come Parola e come Carne, alimenta e sviluppa la comunità cristiana con la grazia dello Spirito Santo. Gli apostoli continueranno a riunirvi la prima comunità di Gerusalemme per molto tempo, e vi celebreranno il primo sinodo solenne della Chiesa nascente. Anche oggi, attorno ad ogni tabernacolo, la Chiesa vive l’esperienza del Cenacolo costruendo se stessa nella sinodalità. 

2 - Una nuova intelligenza - Gesù, la sera di Pasqua e nell’ottava, offre agli apostoli increduli diverse prove per dimostrare che è realmente risorto: fa toccare le ferite delle mani e dei piedi anche a Tommaso, che era assente la sera di Pasqua, mangia una porzione di pesce, spiega loro daccapo le Scritture. Essi così tornano a credere in modo nuovo, nella misura in cui comprendono il senso vero di quella morte e risurrezione: Cristo è morto perché ha donato la sua vita a coloro che l’avevano perduta con il peccato; Cristo è risorto perché tutti gli uomini risorgano a nuova vita. 

3 - L’applicazione - Se non ci pentiamo e cambiamo vita, noi rendiamo praticamente inutile la morte di Cristo e cancelliamo la risurrezione, cioè il rinnovamento della nostra vita. Anche noi, come i discepoli di Emmaus, siamo chiamati ogni giorno a riconoscere Cristo come ‘pane spezzato’, pane che muore per gli altri e vive per gli altri. Ce lo ricorda S. Agostino: ‘Dipende da noi trasformare la nostra vita attraverso la sua croce, deponendo su quel patibolo il male che abbiamo contratto, per essere giustificati nella sua risurrezione. Muoia dunque il peccato e dal sepolcro venga fuori la giustizia’ (Discorso 236,1). 

4 - I testimoni - Gesù dice ai discepoli di Emmaus: ‘Così sta scritto: il Cristo dovrà patire e risuscitare dai morti il terzo giorno. Nel suo nome saranno predicati a tutte le genti la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni’(Vangelo). Ed essi si alzano subito da tavola e tornano a Gerusalemme per portare l’annunzio agli apostoli. Anche oggi questa testimonianza presuppone un’intima unione con la parola e la vita di Cristo, presente nel mondo e più che mai attivo, nonché una coerenza di vita secondo il Vangelo e una grande fiducia nel progetto cristiano di creare l’uomo nuovo. È vero che Gesù porta in sé le ‘ferite’ del peccato e della morte, ma ha in sé la forza dell’amore di Dio che trasforma radicalmente tutti gli uomini. 

5 - Punti concreti - Nei momenti difficili ricordiamo che Cristo è sempre con noi e ci sostiene in ogni frangente. La sua assenza non è estraneità! I gravi problemi che ci assillano ogni giorno (salute, famiglia, lavoro, una vita pacifica di relazione) saranno affrontati e risolti con una ‘presenza’ effettiva di tutti, che si verifica quando ciascuno trasforma la propria vita in funzione delle esigenze dell’altro. Questa è anche una vera ‘prova’ della risurrezione già in atto nel mondo: sentirci responsabili, non estranei alla vita di tutti. Tale assicurazione è sancita da questa parola di Gesù: ‘Io sono con voi fino alla fine del mondo’.

Fonte: Il Cittadino
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