Il Vangelo di domenica 13 ottobre
XXVIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - ANNO B
Dal Vangelo secondo Marco
Mc 10,17-30
In quel tempo, mentre Gesù andava per la strada, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: «Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?». Gesù gli disse: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. Tu conosci i comandamenti: "Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, non frodare, onora tuo padre e tua madre"».
Egli allora gli disse: «Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza». Allora Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò e gli disse: «Una cosa sola ti manca: va', vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!». Ma a queste parole egli si fece scuro in volto e se ne andò rattristato; possedeva infatti molti beni.
Gesù, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: «Quanto è difficile, per quelli che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio!». I discepoli erano sconcertati dalle sue parole; ma Gesù riprese e disse loro: «Figli, quanto è difficile entrare nel regno di Dio! È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio». Essi, ancora più stupiti, dicevano tra loro: «E chi può essere salvato?». Ma Gesù, guardandoli in faccia, disse: «Impossibile agli uomini, ma non a Dio! Perché tutto è possibile a Dio».
Pietro allora prese a dirgli: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito». Gesù gli rispose: «In verità io vi dico: non c'è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa mia e per causa del Vangelo, che non riceva già ora, in questo tempo, cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà».
Letture: Sapienza 7, 7-11; Ebrei 4, 12‑13; Marco 10, 17-30.
1 ‑ Il giovane ricco ‑ Marco descrive l’incontro di Gesù con un giovane adulto, il quale ha un desiderio assai forte di bene: vuole conquistare la vita eterna. Gesù lo fissa a lungo negli occhi con sguardo d’amore e di predilezione; poi lo invita senza mezzi termini: ‘Va’, vendi quello che hai, dàllo ai poveri; poi vieni e seguimi’. Quattro fasi: lasciare tutto, vendere ciò che si ha (non svendere), darlo ai poveri, seguire Gesù. Ma questo è davvero troppo per quel giovane, che possedeva molti beni, quindi non se la sente di compiere ‘il passo’ determinante e si defila, scomparendo a testa bassa dalla scena. Gesù commenta amaramente: ‘È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio’! La porta stretta per entrare nella vita eterna, cui alluderà in seguito Gesù, è grande come la cruna di un ago. Per riuscire a passarla, dobbiamo liberarci di tutto il superfluo e di ogni mania di grandezza...
2 - Lasciare tutto - Le esigenze combinate del Regno di Dio e della salvezza dell’uomo esigono di lasciare tutto ciò che non è essenziale al conseguimento del fine ultimo, usando i beni di questo mondo nella misura in cui sono utili alla vita eterna. Di fronte a questo obiettivo assoluto e unico, contano solo i beni che non passano: amare Dio con tutto il cuore e il prossimo come se stessi. Il resto ‑ affetti, beni dello spirito e del corpo, tempo, libertà - tutto è in funzione dell'unica cosa necessaria: salvare la propria anima. Questa è una scelta valida per tutti e sta alla base di qualsiasi saggia impostazione della vita. Dice bene S. Agostino: ‘L’amore per i molti beni si vince soltanto con l’amore per l’unico Bene’ (Discorso 65A,2)!
3 - La sapienza del cuore - È il sommo dono di Dio perché include la capacità di discernimento per conoscere la volontà di Dio e per valutare la vita presente in prospettiva della vita futura. Essa è la capacità di fare dono della propria vita per la salvezza, non solo di sé ma di tutti. La vocazione allo stato matrimoniale - e ancor più allo stato sacerdotale, religioso e missionario - ha come valore specifico la passione della carità fino al dono totale di sé. Essa è vissuta anche da molti laici nei diversi campi della vita sociale. In questa ottica si comprende bene come il ‘dare tutto ai poveri’ sia un enorme arricchimento da ogni punto di vista. Le persone più ricche sono quelle che hanno donato tutto. Anche oggi Gesù rivolge un invito specifico ai giovani affinché non si accontentino di una buona e solida sistemazione nella vita terrena, ma prendano in mano la loro vita e la donino per farne un autentico capolavoro!
4 - Essere o avere? - L’invito di Gesù oggi è quanto mai attuale: epoca in cui si adora il denaro, l’uso consumistico dei beni, il pieno benessere. Un pericolo reale ci sta di fronte: la perdita di sensibilità per i beni spirituali ed eterni, l’alienazione totale della persona umana, la caduta dei valori morali che sostengono la dignità personale e la convivenza umana. Essere o avere? Oro o amore? Nella presente situazione non è più questione di ascesi o di spicciolo altruismo: si tratta di riscoprire l’autentica dimensione umana. Con la possibilità di essere se stessi, sempre concentrati nelle cose più importanti, non più affaccendati in mille cose del tutto superflue. Si tratta quindi di tornare a quella ‘dimensione contemplativa’ che è interiorità, cultura, silenzio, preghiera, vita di relazione.
5 - Preghiera ‑ Questa settimana preghiamo così con la Chiesa: ‘O Dio, nostro Padre, che scruti i sentimenti e i pensieri dell’uomo, non c’è creatura che possa nascondersi davanti a Te; penetra nei nostri cuori con la spada della tua parola, perché alla luce della tua sapienza possiamo valutare le cose terrene ed eterne, e diventare liberi per il tuo regno’ (Colletta).
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