II lettura di domenica 29 agosto - Siate di quelli che mettono in pratica la Parola
XXII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO B
Fratelli miei carissimi, ogni buon regalo e ogni dono perfetto vengono dall’alto e discendono dal Padre, creatore della luce: presso di lui non c’è variazione né ombra di cambiamento. Per sua volontà egli ci ha generati per mezzo della parola di verità, per essere una primizia delle sue creature.
Accogliete con docilità la Parola che è stata piantata in voi e può portarvi alla salvezza. Siate di quelli che mettono in pratica la Parola, e non ascoltatori soltanto, illudendo voi stessi.
Religione pura e senza macchia davanti a Dio Padre è questa: visitare gli orfani e le vedove nelle sofferenze e non lasciarsi contaminare da questo mondo.
Da questa domenicala Liturgiadella Parola offre, in sequenza, alcune pericopi della lettera di S. Giacomo, il quale, anzitutto, si propone di ammonire coloro che si ritengono esonerati dalle opere di carità e, nel contempo, di confortare i cristiani nella situazione di difficoltà all’interno della comunità e di persecuzione da parte degli avversari.
Dopo aver detto che nessuno, quando commette peccato, può dire di essere stato “tentato da Dio”, poiché “Dio non può essere tentato dal male e non tenta nessuno al male”, essendo Sommo Bene ed Amore. La causa del peccato va ricercata nelle inclinazioni e nei desideri fuorvianti dell’uomo, che tuttavia agisce mediante libere scelte.
Da Dio, “dall’alto” – prosegue Giacomo – proviene soltanto il bene: “ogni buon regalo e ogni dono perfetto”.
Dio rimane sempre“Padre della luce”, cioè della verità e del bene, “senza variazione né ombra di cambiamento”: immutabile, anche più degli astri (che nella credenza popolare e superstiziosa presiedono alle mutazioni di umore).
Il cristiano, nel Battesimo, è stato rigenerato come “primizia delle creature”, per dono di Dio, rivelato dalla sua parola.
La parola divina è seme di salvezza da accogliersi con docilità; è verità, che per illuminare ha bisogno di trovare cuori aperti e menti obbedienti, onde poter “essere messa in pratica”. La fede nella parola divina, non è una semplice ideologia cerebrale, ma esige coerenza di vita.
Giacomo, con immediatezza, dichiara che, “in pratica” , allora, “la religione pura e senza macchia” – cioè autentica, scevra da qualsiasi inquinamento – si rivela nell’amore fraterno, privilegiando attenzione ai più deboli, “gli orfani e le vedove”, i quali, specialmente all’epoca, sono privi di ogni risorsa.
E per avere tale disposizione è necessario “conservarsi puri da questo mondo”: non lasciarsi sedurre da edonismo ed egoismo, che sono i paradigmi del “mondo”.
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