II lettura di domenica 19 luglio - Lo Spirito intercede con gemiti inesprimibili.
XVI domenica tempo ordinario (Anno A)
Fratelli, lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza; non sappiamo infatti come pregare in modo conveniente, ma lo Spirito stesso intercede con gemiti inesprimibili; e colui che scruta i cuori sa che cosa desidera lo Spirito, perché egli intercede per i santi secondo i disegni di Dio.
Paolo ha appena scritto [cfr. il brano della domenica precedente] che le tribolazioni non debbono sconfortare il credente, poiché sono premessa della gloria salvifica: l’uomo e tutta la creazione – ha detto – “gemono” come la partoriente, in attesa della gioia per la nuova creatura.
Nella sua “debolezza” egli non sa “che cosa sia conveniente domandare" a Dio, si sente incapace di una preghiera che sia gradita a Dio. E ricorrente l’esperienza di una preghiera non esaudita o addirittura con esito opposto a quello desiderato.
Ebbene si deve sapere che è lo Spirito che “viene in aiuto”: facendo suoi i “gemiti” dell’uomo, “intercede con insistenza” per lui.
Se i sentimenti dell’uomo restano inespressi, li esprime per lui lo Spirito, il quale dà significato anche ai “gemiti” senza parole.
E Dio, il quale conosce l’interiorità dell’uomo – “scruta i cuori” – concede che lo Spirito interceda in sintonia con la volontà divina.
La preghiera allora non è soltanto dell’uomo, ma nel credente prega lo Spirito.
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