La parola
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II lettura di domenica 13 settembre - Sia che viviamo, sia che moriamo, siamo del Signore

XXIV domenica tempo ordinario (Anno A)

Fratelli, nessuno di noi vive per se stesso e nessuno muore per se stesso, perché se noi viviamo, viviamo per il Signore, se noi moriamo, moriamo per il Signore.Sia che viviamo, sia che moriamo, siamo del Signore.
Per questo infatti Cristo è morto ed è ritornato alla vita: per essere il Signore dei morti e dei vivi.

Paolo sta trattando della comprensione reciproca che deve animare i cristiani della comunità di Roma, sia provenienti dall’ebraismo che dal paganesimo.
L’esortazione è a vivere nella concordia, nella consapevolezza che nessuno ha titolo di preminenza, poiché tutti gli uomini, indistintamente, appartengono a Dio, sia in vita che in morte: “Sia che viviamo, sia che moriamo, siamo dunque del Signore”.
Allora è necessario devolvere vita e morte, non per se stessi o per altro scopo, ma “per il Signore”, ottemperando alla sua volontà.
E la sua volontà è che non ci siano contrapposizioni: come ciascuno è accettato dal Signore, così occorre accettarsi reciprocamente.
Tutti infatti sono stati redenti da Cristo, il quale proprio è morto ed è risuscitato per salvare tutti coloro che vorranno vivere e morire “per il Signore”, attuando la sua volontà, che è volontà d’amore per tutti.

Fonte: Il Cittadino
II lettura di domenica 13 settembre - Sia che viviamo, sia che moriamo, siamo del Signore
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