II lettura di domenica 11 ottobre - Tutto posso in colui che mi dà forza
XXVIII domenica tempo ordinario (Anno A)
Fratelli, so vivere nella povertà come so vivere nell'abbondanza; sono allenato a tutto e per tutto, alla sazietà e alla fame, all'abbondanza e all'indigenza. Tutto posso in colui che mi dà la forza. Avete fatto bene tuttavia a prendere parte alle mie tribolazioni. Il mio Dio, a sua volta, colmerà ogni vostro bisogno secondo la sua ricchezza con magnificenza, in Cristo Gesù. Al Dio e Padre nostro sia gloria nei secoli dei secoli. Amen.
Paolo confida ai cristiani di Filippi che nel suo ministero missionario itinerante ha sperimentato e “imparato” povertà e agiatezza. Niente lo stupisce o lo arresta: in qualsiasi situazione egli continua il suo servizio alla diffusione del Vangelo.
Come i seguaci di altre religioni vengono “iniziati” ai culti misterici, egli è stato “iniziato a tutto”, tutto ciò che la sequela di Cristo crocifisso comporta: sazietà e fame, abbondanza e indigenza.
In opposizione agli gnostici, i quali disprezzano la croce.
Suo sostegno è Cristo, il quale – egli soltanto – gli conferisce la forza di accettare e rendere evangelicamente feconda, per sé e per gli altri, ogni situazione.
I Filippesi, i quali hanno fatto pervenire all’Apostolo il loro aiuto “nella tribolazione” della prigionia, sono stati dunque tramite della provvidenza di Dio, questi, a sua volta rimunererà la loro premura, “colmando ogni loro bisogno” con la ricchezza e la magnificenza proprie.
Infine la dossologia, la glorificazione alla paternità eterna, immancabile di Dio. Il rituale “Amen” sancisce la convinzione e l’intensità dei sentimenti di Paolo.
Non sei abilitato all'invio del commento.
Effettua il Login per poter inviare un commento