II Lettura di domenica 26 aprile 2020
III Domenica di Pasqua (Anno A)
Dalla prima lettera di san Pietro apostolo
1Pt 1,17-21
Carissimi, se chiamate Padre colui che, senza fare preferenze, giudica ciascuno secondo le proprie opere, comportatevi con timore di Dio nel tempo in cui vivete quaggiù come stranieri. Voi sapete che non a prezzo di cose effimere, come argento e oro, foste liberati dalla vostra vuota condotta, ereditata dai padri, ma con il sangue prezioso di Cristo, agnello senza difetti e senza macchia. Egli fu predestinato già prima della fondazione del mondo, ma negli ultimi tempi si è manifestato per voi; e voi per opera sua credete in Dio, che lo ha risuscitato dai morti e gli ha dato gloria, in modo che la vostra fede e la vostra speranza siano rivolte a Dio.
Ai cristiani, minoranza della diaspora ebraica, minoranza in ambiente diffusamente pagano, sui quali, al momento, incombono anche avvisaglie di persecuzione, Pietro rivolge esortazione alla perseveranza evangelica, nel rispetto amoroso (“con timore”) della volontà divina, durante “il pellegrinaggio” terreno, fiduciosi in Colui, che – “Padre” – valuta la persona, senza parzialità, ma “secondo le sue opere”.
La fiducia, che l’Apostolo sollecita, è fondata sulla redenzione che Gesù ha offerto all’umanità, non con un riscatto materiale, venale, ma pagando di persona, con la preziosità inestimabile del suo stesso sangue, quale vero ed unico “agnello senza difetti e senza macchia”, prefigurato nell’agnello pasquale dell’Antico Testamento (Es 13, 3-14).
Il Figlio di Dio è eterno e la sua missione salvifica per l’umanità, decisa “prima della fondazione del mondo”, ha avuto attuazione nei tempi messianici, “gli ultimi”, cioè successivi alla millenaria attesa di preparazione.
Ed è in questi tempi, ora, che si trovano a vivere i battezzati.
La fede nella risurrezione e la speranza nella glorificazione eterna sono, fondamentalmente, dono di Dio, “opera sua” gratuita, precedente ogni merito umano.
Cristo, il quale ha debellato il peccato e la morte, è vivo, ora: presente in modo nuovo nella storia, per continuare nell’umanità la liberazione avvenuta in Lui.
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